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Siglata la Convenzione tra l'ISCR e i Musei Vaticani
Data: 01/06/2016
Il 31 maggio è stata firmata la Convenzione che ha sancito la ormai consolidata collaborazione tra l'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e i Musei Vaticani.
La Convenzione, in regime di reciprocità, regolamenta le attività di studio, di ricerca e di formazione che già da molti anni sono state portate avanti dalle due Istituzioni sulla base di accordi informali. Con la firma odierna, si consolida una collaborazione avviata sin dal 1943, durante l’ultimo conflitto mondiale, quando l’Istituto, nato da pochi anni, potè ricoverare attrezzature e materiali all’interno delle Mura Leonine, grazie all’aiuto accordato dallo Stato Vaticano all’allora Direttore dell’ICR Cesare Brandi.
La riconosciuta competenza tecnico-scientifica nel settore della conservazione e del restauro di entrambe le Istituzioni ha permesso di raggiungere risultati significativi e realizzare progetti scientifici comuni. Con questa firma sarà più incisivo il reciproco trasferimento di know how anche attraverso lo scambio di studenti e docenti SAF ISCR e personale e stagisti dei Musei Vaticani.
Hanno presentato i temi della Convenzione Gisella Capponi (Direttore dell’ISCR), Antonio Paolucci (Direttore dei Musei Vaticani), Ulderico Santamaria (Dirigente del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro dei Musei Vaticani) e Donatella Cavezzali (Direttore della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR).
Fino ad oggi la collaborazione tra l’ISCR e i Musei Vaticani ha già portato a risultati significati, nel campo della ricerca scientifica e della diagnostica applicate al restauro, nel campo della didattica e della formazione e nelle attività di consulenza su specifici temi conservativi per manufatti complessi o collezioni.
La ricerca scientifica ha visto i Musei Vaticani e l’ISCR, insieme ad un network di laboratori di diagnostica nazionali, impegnati nello studio dei leganti delle pitture. A brevissimo i dati acquisiti costituiranno il riferimento scientifico per una start up dell’Università di Tor Vergata (Roma) per lo sviluppo di nano-prodotti formulati ad hoc per specifici problemi conservativi. Un altro importante campo di ricerca condivisa è nel settore della conservazione preventiva attraverso lo studio delle modalità e delle tecnologie per la movimentazione delle opere d’arte, come emerso dal Convegno dedicato al tema nella scorsa edizione del Salone del Restauro di Ferrara.
Tra le numerose collaborazioni scientifiche ricordiamo il contributo alle indagini sugli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, per i quali nel 1988 l’Istituto era stato invitato ad effettuare misure di controllo delle superfici. In tempi più vicini a noi (2011) è stato invece il Gabinetto scientifico dei Musei Vaticani a svolgere per l’ISCR indagini per lo studio delle pitture di una residenza omayyade di Qusayr ‘Amra’ in Giordania.
Nel campo della formazione, recentemente alcuni i tra i migliori studenti della SAF sono stati accolti nei Musei Vaticani come stagisti e inseriti in cantieri di restauro operativi. Grazie a questa comune attenzione alla formazione già negli anni ’80 erano stati avviati cantieri didattici quali quello sugli affreschi di Domenichino nel protiro di Sant’Onofrio (1989) seguito nel 1996, sempre a Sant’Onofrio, dall’intervento conservativo sulle nove lunette del chiostro con storie della vita del Santo. Un’altra importante collaborazione ha riguardato nel 2012 gli studenti del Corso di specializzazione sul restauro dei monumenti dell’Università Sapienza, Facoltà di Architettura di Valle Giulia, che in un cantiere esercitazioni pratiche hanno lavorato presso l’area archeologica della Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Per quanto riguarda le attività di consulenza, le due Istituzioni si sono trovate di frequente a condividere tavoli tecnici e scientifici con un’intensa attività di cooperazione. E’ di questi anni, ad esempio, la stretta collaborazione per il restauro in corso del Cartone di Raffaello, conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Ancora, restauratori dell’Istituto e dei Musei Vaticani hanno indagato gli aspetti di conservazione e di restauro delle collezioni del Museo Pontificio Missionario Etnologico.
Le due Istituzioni auspicano di poter collaborare nell’ambito della prevenzione e conservazione ordinaria, potendo contare anche sull’esperienza maturata fin dal 2009 dall’Ufficio del Conservatore: un ufficio appositamente istituito dai Musei Vaticani e preposto all’attuazione dei protocolli di monitoraggio e manutenzione del patrimonio.
Al termine della cerimonia di presentazione della Convenzione i partecipanti hanno visitato alcuni laboratori di restauro dove sono stati illustrati alcuni interventi che si avvalgono della collaborazione tra le due Istituzioni in particolare, nel Laboratorio restauro materiali lapidei, le sculture policrome su pietra provenienti da Orte, e, nel Laboratorio restauro dipinti su tavola e scultura lignea policroma, la tavola di San Bartolomeo (autore di Scuola toscana, inizi 15° Sec., proveniente da Palazzo Pitti).