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L'Istituto celebra il ventennale dell'avvio del restauro della Cappella degli Scrovegni
Data: 12/06/2021
Pubblicato un video dell'Università di Padova che ne ripercorre le vicende conservative
In occasione del ventennale dall'avvio dei lavori di restauro eseguiti nella Cappella degli Scrovegni a Padova (12 giugno 2001), siamo lieti di condividere un video dell'Università di Padova per ricordare una pietra miliare nella storia del restauro e della conservazione dei beni culturali in Italia.
Il video ripercorre le vicende della storia conservativa del monumento attraverso le principali campagne di restauro.
In occasione del primo Giubileo (1300), venne posta la prima pietra della cappella, dedicata alla Vergine annunciata ed edificata su commissione di Enrico Scrovegni, facoltoso banchiere e uomo d’affari padovano, a completamento del palazzo adiacente, allo scopo di accogliere le sue spoglie e quelle dei suoi discendenti.
Per decorare la cappella, lo Scrovegni chiamò gli artisti più celebri del suo tempo nella scultura e nella pittura: Giovanni Pisano, per l’esecuzione delle tre statue in marmo che rappresentavano la Madonna con Bambino con due diaconi, e Giotto, per la decorazione della superficie muraria.
Il pittore ideò un programma complesso, raffigurante una serie di episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, che terminavano nella Morte e Resurrezione di Cristo e nel Giudizio Universale, collocato in controfacciata. Giotto ripartì la struttura architettonica attraverso una decorazione in finti marmi dipinti, a sostegno della volta dipinta con un cielo stellato. Il ciclo venne chiuso, in basso, da uno zoccolo monocromo con le allegorie dei Vizi e delle Virtù. La campagna decorativa dell’aula venne probabilmente conclusa, dopo soli due anni, nel 1305, quando la Cappella fu consacrata per la seconda volta.
Il palazzo, con l’annessa cappella, passò attraverso vari proprietari, fino all’inizio dell’Ottocento, quando, a causa del disinteresse della famiglia Gradenigo, subì un veloce degrado. Non fu possibile evitare il crollo del portico cinquecentesco, a protezione dell’ingresso della cappella, e la demolizione del palazzo.
La cappella rimase così priva di protezione sul lato sinistro e sulla facciata, mentre gli affreschi apparivano gravemente danneggiati. L’asportazione degli affreschi fu evitata grazie all’interessamento e al sostegno della comunità cittadina, in particolare per intervento del marchese Pietro Selvatico Estense.
Furono realizzati per la decorazione pittorica rilevanti interventi di restauro, sia a fine Ottocento (eseguiti da Botti e Bertolli), sia all’inizio degli anni ’60 del Novecento (opera di Tintori). In quegli anni destò particolare attenzione il problema del degrado provocato dall’inquinamento, che provocava la polverizzazione e la caduta del colore.
Furono pertanto messe in atto delle imponenti misure di prevenzione ambientale e di protezione dal degrado del ciclo pittorico, che culminarono nell’attivazione, il 31 maggio del 2000, del Corpo Tecnologico Attrezzato (CTA). Dopo un anno di accurato monitoraggio di questo sistema, fu possibile iniziare le operazioni di conservazione e restauro, che riguardarono in particolare interventi conservativi d’urgenza nelle aree a massimo rischio e l’attenuazione delle differenze cromatiche dovute ai precedenti interventi di restauro.
Il cantiere, diretto da Giuseppe Basile, ha coinvolto restauratori e allievi della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR, coordinati da Francesca Capanna e Antonio Guglielmi e dalle Ditte di restauro di opere d'arte Conservazione e restauro di Colalucci-Bartoletti, Pinin Brambilla Barcilon, Giantomassi-Zari, Conservazione Beni Culturali, Tecnireco di Fusetti-Virilli.
Hanno operato, a supporto del cantiere, i laboratori scientifici e di documentazione digitale ICR, il Comitato internazionale di esperti nel restauro di dipinti murali, la Commissione interdisciplinare per il restauro della Cappella, composta da funzionari tecnici del Comune di Padova e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e da esperti universitari.