• home
  • L'istituto - News

Consegnato al Museo delle Civiltà il "Ciclo della Pesca" di Umberto Coromaldi

Data: 20/10/2022

Le tele sono state trasferite in comodato d'uso dopo il lungo e complesso restauro dell'ICR

L’Istituto Centrale per il Restauro ha consegnato al Museo delle Civiltà i quindici dipinti a olio su tela di grandi dimensioni che costituivano, con quella a oggi non ritrovata, il “Ciclo della Pesca”, eseguito nel 1911 dall’artista romano Umberto Coromaldi (1870 – 1948) per decorare i prospetti principali del Padiglione della Pesca, architettura effimera edificata tra la riva del Tevere e le pendici di Monte Mario per la Mostra Etnografica e delle Regioni, in occasione delle solenni celebrazioni per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia.

Umberto Coromaldi era un artista di spicco nell'ambiente dell'Urbe del primo Novecento: allievo del pittore napoletano Antonio Mancini, fu esponente del gruppo dei "XXV della Campagna Romana", professore di disegno presso l'Accademia di Belle Arti, dove subentrò al suo maestro Filippo Prosperi e successivamente, dal 1930 al 1931, presidente dell'Accademia di San Luca.

Il Ciclo, che simulava un fregio continuo affrescato sotto i loggiati dei prospetti principali, si componeva di sei scene di pesca ambientate nei diversi mari d’Italia (misure massime cm 250 x 650), intervallate da dieci riquadri con Nudi di Pescatori di minori dimensioni.  Al termine dell’esposizione le tele hanno subito più spostamenti e le scene di pesca sono state immagazzinate in modo improprio, arrotolate e piegate, riportando danni significativi.
Le cinque grandi tele pervenute ai nostri giorni raffigurano diversi momenti e tipologie della pesca: 
La Mattanza;
La Riparazione delle reti;
La Sciabica (una tecnica tradizionale che consisteva nell'utilizzo di una rete da pesca a strascico, usata in fondali bassi, sotto costa, e azionata manualmente);

Lo Sbarco del pescato;
L’Uscita a mare.

Nel 2014 il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria (CREA), ente proprietario, ha affidato all’Istituto Centrale per il Restauro i dipinti che sono stati sottoposti a lunghi, complessi interventi conservativi, eseguiti anche in attività didattica con gli allievi della Scuola di Alta Formazione e Studio, d’intesa con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma e col finanziamento del Ministero della Cultura. A seguito dell’atto di Comodato già sottoscritto tra il CREA e il Museo delle Civiltà, le tele restaurate sono state trasferite dai laboratori ICR al Museo delle Civiltà, nella sezione dedicata alle Arti e Tradizioni Popolari, dove, con l’eccezione de "La Sciabica" esposta nello spazio del nuovo ingresso, sono state allestite al piano terra, in un ambiente deposito del Museo specificamente dedicato.

Viene portato così a compimento un importante obiettivo dell'Istituto Centrale per il Restauro: il recupero di un significativo documento pittorico, realizzato per l'Esposizione Internazionale del 1911 e specificatamente legato alla cultura romana di primo Novecento, che ha trovato, dopo una vicenda conservativa travagliata, un’adeguata sede espositiva all'interno del Museo delle Civiltà.

Per saperne di più sui nuovi ingressi del Museo della Civiltà, che saranno inaugurati il 26 ottobre, visita la pagina del sito istituzionale del Museo.