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Discussione Tesi di Laurea SAF Matera A.A. 2021/2022 - Venerdì 21 aprile 2023

Data: 20/04/2023

Sarà possibile seguire la sessione di laurea in modalità da remoto

Domani 21 aprile alle ore 09:00, presso l’Aula Magna dell’ex Convento di Santa Lucia alla Fontana, conseguiranno il titolo di Diploma di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali cinque allievi della Scuola di Alta Formazione dell’ICR, sede di Matera, nell’ambito del percorso formativo professionalizzante PFP2 (Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti).

Sarà possibile seguire la sessione di laurea in modalità da remoto, attraverso il link di Google Meet https://meet.google.com/qed-gskk-wxr

Sono indicati di seguito i nomi dei laureandi, dei relatori ed il titolo e l'argomento delle rispettive tesi.

Maria Rita Carducci

Titolo tesi: El 23-F: l’ultima opera politica di José Ortega, dal restauro alla ricollocazione.  Studio e ricerca per la messa a punto di un protocollo operativo per l’utilizzo del mentolo come volatile binding mediante applicazione per nebulizzazione.

[Nella foto in testata, particolare del dipinto El 23-F.]

Relatori:

Miriam Pitocco (coordinatore)

Angelandreina Rorro

Angelo Raffaele Rubino

Altri relatori: Antonella Amoruso, Simona Spinella, Ernesto Borrelli, Davide Melica, Federica Antonelli, Elisabetta Giani, Giovanni Santinelli.

Argomento

Il presente lavoro di tesi illustra l’intervento di restauro svolto sul trittico El 23-F, ultima opera politica realizzata dall’artista spagnolo José Garcia Ortega tra il 1981 e il 1982. Il grande telero, dipinto a tempera mista (proteica e vinilica), narra l’episodio del Colpo di Stato presso il Parlamento spagnolo, passato alla storia come il Golpe Tejero, avvenuto il 23 febbraio 1981.  L’opera presentava una serie di problematiche legate alla natura sperimentale della tecnica esecutiva, alle caratteristiche dei materiali e all’interazione di questi ultimi con l’ambiente di conservazione.

Il restauro di El 23-F ha costituito l‘occasione per misurarsi con le difficoltà che spesso presentano le opere contemporanee realizzate attraverso il connubio di tecniche pittoriche tradizionali e sperimentali, potendo affrontare quasi tutte le fasi di intervento che caratterizzano il restauro dei dipinti su tela.

L’operazione di messa in sicurezza dei sollevamenti di pellicola pittorica, preliminare al trasporto dell’opera presso i laboratori di restauro, è stata preceduta da una ricerca sperimentale atta a verificare la possibilità di utilizzo del mentolo mediante nebulizzazione, rispetto alla consueta applicazione a pennello.

L’urgenza conservativa, unitamente all’esigenza estetica, ha dettato le linee guida per un intervento volto a conferire nuovamente un’adeguata stabilità strutturale al manufatto e di recuperare la corretta leggibilità della pellicola pittorica. 

Il progetto conservativo troverà epilogo nella collocazione del grande telero presso Casa Ortega, individuata e pensata come nuovo ambiente di conservazione dell’opera, al fine di valorizzare ed esporre al pubblico l’ultima opera politica di José Ortega. 

Silvia Donati

Titolo tesi: La Torre di Maria Lai (1971-2002): studio e restauro di un’opera polimaterica contemporanea. Ricerca di prodotti per il consolidamento dello spago e applicazione della nanocellulosa cristallina.

Relatori:

Miriam Pitocco (coordinatore)

Angelandreina Rorro

Marcella Ioele

Altri relatori: Antonella Malintoppi, Angelo Raffaele Rubino, Carlotta Sacco Perasso, Carolina Rigon, Claudia Graiff, Claudio Santangelo, Elisabetta Giani, Laura Bergamonti, Mauro Torre.

Argomento

Oggetto di tesi è un’opera polimaterica contemporanea intitolata “La Torre” (1971-2002), realizzata dall’artista sarda Maria Lai e conservata dal 2011 nelle sale ipogee del MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea di Matera.

La Torre è costituita da due gruppi di infissi lignei dipinti, sovrapposti e uniti da vincoli metallici, che definiscono una pianta a “Z”. Parte dell’assemblage sono anche due tele e altre bacchette e asticelle lignee. Infine, tutti i diversi materiali sono attraversati e uniti da matasse di fili di spago in parte dipinti.  L’opera è dedicata all’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York.

La particolare storia della Torre e la sua complessa struttura hanno rappresentato una sfida per l’intervento di restauro dal punto di vista operativo e metodologico. Infatti, la tecnica esecutiva e l’interazione del manufatto con l’ambiente ipogeo hanno contribuito ad accelerare il naturale processo di invecchiamento, causando gravi problematiche di deadesione degli strati pittorici e la depolimerizzazione dei fili di spago. La necessità di trovare un prodotto idoneo per il consolidamento dello spago è stata lo spunto per condurre una sperimentazione in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma, che ha messo a disposizione la nanocellulosa cristallina (CNC). Lo studio ha dimostrato l’efficacia della CNC per il consolidamento degli spaghi della Torre, dei quali sono state restituite gran parte delle proprietà fisiche e caratteristiche estetiche. È stata inoltre ripristinata l’adesione degli strati pittorici e la pulitura ha consentito il recupero del corretto rapporto cromatico tra i due gruppi di infissi.

Sandro Galati

Titolo tesi:

Clorinda salva Olindo e Sofronia dal rogo”, attribuito a Cornelis van Poelenburgh. Restauro di un dipinto su tavola del Seicento olandese e messa a punto di un metodo di risanamento del supporto con l’ausilio dei sistemi di modellazione tridimensionale digitale.

Relatori:

Federica Di Cosimo (coordinatore)

Tullia Carratù

Angelo Raffaele Rubino.

Altri relatori: Roberto Saccuman, Paola Minoja, Claudio Santangelo, Roberto Ciabattoni, Federica Antonelli, Davide Melica, Elisa Messina.

Argomento

Il lavoro di tesi presentato ha come oggetto l’intervento conservativo e lo studio scientifico del dipinto su tavola raffigurante Clorinda salva Olindo e Sofronia dal rogo, proveniente dal Museo Nazionale di Matera, precedentemente attribuito al pittore secentesco olandese Jan van der Lijs e oggi restituito al suo maestro, Cornelis van Poelenburgh.

Questo capolavoro del “Secolo d’oro” dell’arte olandese è stato individuato come oggetto di tesi soprattutto per le sue peculiari condizioni conservative: il dipinto evidenziava infatti aspetti di criticità sia relativamente al supporto ligneo sia riguardo gli strati pittorici. Lo studio di nuove strategie per l’allineamento delle assi ed il conferimento della continuità di curvatura alla superficie dell’opera, ha visto una prima fase di analisi morfologica della tavola, che ha consentito di comprenderne l’anatomia, la causa e l’entità delle sue deformazioni e i punti deboli della struttura. In secondo luogo, è stata eseguita una campagna di indagini scientifiche, che hanno reso possibile l’ampliamento del quadro conoscitivo del manufatto. Successivamente, l’ottenimento di un modello tridimensionale digitale dell’opera, ricavato mediante sistemi di scansione 3D, ha permesso di indagare digitalmente il supporto ligneo e di ricavarne i valori di deformazione utili per la progettazione di un idoneo sistema meccanico volto al contenimento e al riallineamento delle assi. L’applicazione pratica ha previsto la realizzazione del sistema, che si è tradotto in un telaio sperimentale. In conclusione, il sistema meccanico sperimentale messo a punto per ristabilire la corretta planarità delle assi sconnesse della tavola ha contribuito ad arricchire il campo dell’innovazione nella conservazione e restauro dei supporti lignei.

Caroline Ginesty

Titolo tesi: La scelta delle vernici per i dipinti su tela: studio del comportamento dei materiali in relazione alla superficie pittorica. Restauro di un dipinto genovese del XVI secolo.

Relatori:

Carla Zaccheo (coordinatore)

Francesca Fabbri

Marcella Ioele

Altri relatori: Alessandra Ferlito, Carolina Rigon, Marcella Ioele, Angelo Raffaele Rubino, Carlotta Sacco Perasso, Claudio Santangelo.

Argomento

Il dipinto ad olio su tela oggetto di questa tesi proviene dall’ambito genovese della seconda metà del Cinquecento ed è conservato presso i depositi della Pinacoteca di Brera a Milano.

L’opera è attribuita a Luca Cambiaso o alla sua bottega e rappresenta un “Cristo alla colonna”, tematica ricorrente nella pratica artistica del pittore. La sua attribuzione è stato uno degli argomenti di approfondimento di questo lavoro, cercando di capire le sue vicende e la sua storia conservativa. Questa è stata l’occasione di conoscere meglio le pratiche dell’artista genovese e le tecniche esecutive in uso nella seconda metà del Cinquecento.

Nella seconda parte di questo lavoro di tesi è stato presentato un approfondimento sperimentale sulla verniciatura e la sua interazione con la pellicola pittorica dei dipinti ad olio su tela. La sperimentazione è stata indirizzata a trovare il materiale più adatto all’applicazione della vernice intermedia e finale, comparando le varie preparazioni su quattro tipologie di campioni (chiari, scuri, lisci e crettati). In un primo momento, sono state misurate le viscosità cinematiche delle soluzioni mediante un piano inclinato, per attribuire dei numeri scientifici alle varie preparazioni. Di seguito, è stato studiato il loro effetto ottico di brillantezza e di saturazione, sia come vernici intermedie che in combinazione di vernice intermedia e vernice finale. Infine è stata analizzata la loro capacità di penetrazione usando un colorante fluorescente. Al termine di questa sperimentazione, la candidata ha attribuito alle differenti superfici dei campioni delle vernici intermedie e delle combinazioni di vernice intermedia e finali.

Antonella Giotta

Titolo tesi: L’armadio da sacrestia e il Crocifisso della Concattedrale di Acquaviva delle Fonti (BA). Studio per una restituzione del manufatto e approfondimento sulla produzione e il restauro delle opere in cartapesta.

Relatori:

Patrizia Giacomazzi (coordinatore)

Francesca Valentini

Angelo Raffaele Rubino

Altri relatori: Elisabetta Sonnino, Simona Cicala, Claudio Santangelo, Elisabetta Giani, Roberto Ciabattoni, Gianfranco Priori, Federica Antonelli, Davide Melica.

Argomento:

Il lavoro di tesi è incentrato sullo studio e il restauro di due opere distinte, entrambe datate alla seconda metà del XVIII secolo, provenienti da un unico manufatto: l’armadio da sacrestia ed il piccolo Crocifisso in cartapesta che risultava allestito nella sua parte centrale solo in un periodo della sua storia conservativa; infatti grazie allo studio approfondito degli oggetti e alla ricerca d’archivio, è stata appurata la non pertinenza della scultura all’arredo.

L’intervento di restauro è stato condotto parallelamente sul Crocifisso e sull’anta superiore sinistra, con la scena della conversione di Sant’Eustachio.

Lo scopo dell’intervento pilota condotto sull’anta è stato quello di completarne il restauro stabilendo le linee guida da seguire nel futuro intervento sul resto dell’arredo. Nella seconda parte della tesi, infatti, ci si è concentrati proprio su questo aspetto, presentando anche una ricostruzione virtuale dell’armadio realizzata con il supporto di Cinema 4D. Durante le operazioni di restauro portate a termine è stata anche effettuata la rimozione della pesante ridipintura presente sul fondo monocromo, con l’uso combinato del laser e della pulitura chimica, ristabilendo così gli originari accordi cromatici.

Per il consolidamento della cartapesta la scelta è stata indirizzata verso un prodotto ecosostenibile e biocompatibile, ovvero le nanocellulose, continuando la sperimentazione già iniziata in altri restauri ICR. 

Il restauro eseguito sul Crocifisso in cartapesta policroma è stato l’occasione per approfondire questa tecnica artistica nella sua evoluzione storica sino ad oggi. L’approfondimento tecnico è stato arricchito dalle interviste realizzate nelle botteghe di undici maestri cartapestai ancora attivi nel sud Italia, e se ne è scaturita una serie di considerazioni sulla necessità di maggiore tutela e valorizzazione di questa tecnica artistica.