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Chini e Sironi restaurati dall'ISCR al convegno Futurahma di Pisa

Data: 28/06/2016

Il convegno del 20 e 21 giugno organizzato dalla Scuola Normale Superiore e dall'Università di Pisa conclude un progetto triennale dedicato alle tecniche pittoriche nei primi decenni del 900.

Futurahma. Materiali e tecniche tra Futurismo e Ritorno al Classico. Ricerche, analisi, prospettive è un progetto di ricerca triennale fortemente multidisciplinare, che ha visto coinvolti storici dell’arte, restauratori, fisici e chimici. Obiettivo del progetto è stato studiare a fondo le tecniche pittoriche del Futurismo, della Metafisica e del cosiddetto ritorno al classico, integrando lo studio delle fonti scritte con l’esame delle opere e dei materiali d’atelier conservati in archivi e musei.

L’Istituto ha colto l’occasione per presentare due interventi che hanno riguardato due opere realizzate in quest’arco temporale: il fregio dipinto sulla facciata di Palazzo Albergotti ad Arezzo di Galileo Chini (1904) e L'Italia tra le Arti e le Scienze di Mario Sironi (1935) il cui restauro, ancora in corso, è stato di recente presentato alla stampa.

A parlare del restauro del fregio di Chini è stata Silvia Massari, restauratrice free lance formatasi all’ISCR che nel 2008 (anno del cantiere didattico restauro) ha partecipato ai lavori.

Ad illustrare lo stato dei lavori sul dipinto sironiano (che hanno portato alla luce molto dell’originale che si pensava perduto) è stato compito della storica dell’arte e direttore dei lavori ISCR Laura D’Agostino (che ha parlato anche a nome di Eliana Billi, storica dell’arte e direttore dei lavori per l’Università Sapienza), e Barbara Provinciali, restauratrice ISCR e uno dei direttori operativi.

Scheda
Galileo Chini e il fregio dipinto sulla facciata di Palazzo Albergotti ad Arezzo

Nel 1904 Galileo Chini (1873-1956) decora la nuova sede della Cassa di Risparmio di Arezzo nei saloni interni e sulla facciata prospiciente Piazza del Capitano, nel centro storico della città.

Qui esegue un fregio di 12 metri circa, tripartito nel senso della lunghezza, raffigurante l’allegoria dell’Abbondanza e della Prosperità resa con una teoria di putti danzanti che sorreggono ghirlande fiorite, cornucopie, ceste ricolme di frutta. Nelle fasce perimetrali dipinge motivi ornamentali a monocromo attinti al repertorio classico. Nella fascia inferiore, sotto l’emblema dell’istituto bancario, si legge il motto “Felix est qui divitias simul et mentem habet”. Immediatamente prima, nel 1903, Chini aveva lavorato per la nuova Cassa di Risparmio di Pistoia dove a motivi puramente ornamentali alternava  figure allegoriche della Fortezza e dell’Abbondanza. Nella poliedrica attività dell’artista, che si misura contemporaneamente con materiali e tecniche diverse, la pittura murale ha un peso significativo e la notorietà dell’artista in questo campo, confermata dal prestigioso incarico per la Biennale di Venezia del 1909, lo porterà fin nel lontano Siam per eseguire la fastosa decorazione del Palazzo del Trono a Bangkok fra il 1911 e il 1914.

Il fregio aretino, di squisito gusto Liberty, esemplifica perfettamente dal punto di vista stilistico e tecnico la personale rielaborazione iconografica e materica del Rinascimento toscano. Chini, favorito dal suo apprendistato di pittore-decoratore e restauratore, con un’approfondita conoscenza delle tecniche esecutive classiche, diversamente da quanto prima realizzato torna a meditare sulla grande tradizione classica dell’affresco e propone nell’edificio di Arezzo un dipinto che segue i canoni tradizionali (giornate, incisioni indirette, spolvero, etc.).

Lo studio presentato è il risultato dell’osservazione ravvicinata dell’opera e delle indagini scientifiche (fisiche e chimico-fisiche) condotte sul dipinto della facciata di Palazzo Albergotti, in occasione del cantiere di restauro condotto dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro nell’estate 2008.

Gruppo di lavoro

Direttore lavori: Laura D’Agostino
Direttore operativo: Maria Carolina Gaetani
Indagini scientifiche: Giancarlo Sidoti, Lucia Conti, Carlo Cacace
Documentazione fotografica: Paolo Piccioni

Gli allievi della SAF dell’ISCR del 3° anno del 59° Corso, Area A V. De Simone, S. Iafrate, S. Massari, M. Pavan e G. Pompa e gli allievi del 4° anno del 58° Corso, Area A F. Cencia, F. Cerasi, T. Dell’Omo, L. Di Paolo, D. Rigaglia, M. Stallone e G. Zarrillo

Per ulteriori informazioni sul cantiere del dipinto di Mario Sironi si rimanda alla notizia del 7 giugno scorso su questo stesso sito.

Visita le pagine dedicate al convegno Futurahma. Materiali e tecniche tra Futurismo e Ritorno al Classico. Ricerche, analisi, prospettive

http://www.futurahma.it/convegno-materiali-e-tecniche-tra-futurismo-e-ritorno-al-classico-ricerche-analisi-prospettive-call-for-papers/

http://www.futurahma.it/convegno-futurahma-pisa-20-21-giugno-2016/