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L'arte umbra del Trecento: riscoperte e salvataggi

Data: 26/06/2018

Il cantiere di Assisi propulsore della cultura figurativa del Trecento. Una stagione aurea raccontata in una mostra diffusa. E riemerge dalle macerie l'anonimo maestro della Crocifissione di San Salvatore a Campi.

Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino è la mostra inaugurata lo scorso 22 giugno e che resterà aperta al pubblico fino al 4 novembre 2018.

Cinque sedi espositive in quattro borghi umbri che si sono “consorziati” per raccontare una stagione aurea della civiltà storico-artistica dell’Italia centrale tra la fine del Duecento e proseguita per tutto il Trecento. Una straordinaria produzione, per qualità e anche per quantità, generata da quel grande centro propulsore che è stato il cantiere di Assisi e che ha visto attivi tantissimi artisti, quasi sempre anonimi, molti dei quali hanno meritato dalla critica il titolo di "Maestro".

Porta ideale di accesso alle singole “sezioni” di Spoleto (Museo Diocesano e Rocca Albornoz), Montefalco (Complesso Museale di San Francesco) e Trevi (Museo di San Francesca) è lo Spazio Arte Valcasana di Scheggino che illustra il “network” delle quattro mostre e propone ulteriori itinerari dell’ampio territorio della “fioritura” trecentesca, compreso tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo.

Nello Spazio Arte Valcasana di Scheggino sono inoltre presentati alcuni dei frammenti degli affreschi e del rosone destro dell’abbazia di San Salvatore a Campi di Norcia, gioiello dell’arte romanica gravemente danneggiato dal sisma, attualmente oggetto di un impegnativo cantiere di recupero e restauro degli affreschi superstiti, curato dalla Soprintendenza all’archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.

 

L’impegno ISCR nella chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia

San Salvatore a Campi di Norcia è stata oggetto di un progetto pilota per la messa in sicurezza e per il recupero dei ricchi apparati decorativi, progetto avviato nella fase operativa già nel novembre 2016.

Dopo un accurato rilievo, realizzato con mezzi tradizionali, droni e laser scanner, sono iniziati i lavori, finalizzati al recupero di quanto più possibile degli apparati decorativi sia pittorici (presenti in notevole quantità e di alto pregio) che lapidei.

Parallelamente ai rilievi, si è svolta una ricerca di documentazione nelle banche dati MiBACT attraverso VIR (Vincoli in Rete) e di altra documentazione storica, nonché delle schede sisma già prodotte in passato sulla chiesa.

Al fine di salvaguardare i resti della chiesa la Soprintendenza dell’Umbria ha fatto realizzare una struttura metallica di copertura e ha fatto mettere in sicurezza la parete laterale destra, una porzione della parete laterale sinistra e della parte rimasta in piedi della facciata destra.

A luglio 2017 è stata avviata la seconda fase dell'intervento, che ha consentito la rimozione delle macerie e la messa in sicurezza delle porzioni pericolanti che non era stato possibile consolidare prima. Durante la rimozione delle macerie i frammenti di elementi architettonici di particolare importanza sono stati immediatamente riconosciuti e codificati in modo tale da essere ricondotti alla parte di elemento architettonico a cui appartenevano.

Gli interventi strutturali di messa in sicurezza hanno permesso, quindi, di liberare l’edificio da tutte le macerie, recuperando quelle rilevanti dal punto di vista architettonico-artistico, e di preservare da ulteriori danneggiamenti ciò che è ancora in opera della chiesa.  I frammenti dipinti sono stati ricoverati al deposito del Santo Chiodo in Spoleto mentre in situ sono rimasti quelli pertinenti al paramento murario.

Tutte le operazioni eseguite hanno permesso di rilevare come molte parti, ritenute perdute, si siano salvate e, prima tra tutte, il grande affresco della Crocefissione situato dietro l’altare del presbiterio di sinistra. Le attuali condizioni della chiesa di San Salvatore alimentano la speranza di una possibile ricostruzione, proprio a partire da ciò che è stato messo in sicurezza e consolidato.

Ulteriori informazioni sulla mostra Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino sul sito  www.capolavorideltrecento.it

 

La mostra è stata curata da Vittoria Garibaldi, Bernardino Sperandio e Alessandro Del Priori ed è organizzata da Civita Mostre e Sistema Museo. È stata promossa dai comuni di Trevi, Montefalco, Spoleto e Scheggino, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Regione Umbria, dall’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, con il contributo di Gal Valle Umbra e Sibillini. La mostra gode del prestigioso patrocinio, dei Musei Vaticani e dell’International Council of Museums (ICOM) Italia. Partner dell’evento sono Associazione Rocca Albornoziana, ATI 3 Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e VUS COM; sostenitori Banca Popolare di Spoleto e azienda Fabiana Filippi

Sarà a breve disponibile il catalogo della mostra (Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino, 24 giugno – 4 novembre 2018, a cura di Vittoria Garibaldi e Alessandro Del Priori) e un volume sui percorsi che partendo da Scheggino portano ai luoghi di provenienza delle opere, tra cui sarà possibile visitare, su prenotazione, la chiesa di San Salvatore a Campi, frazione di Norcia

Vedi le precedenti notizie sull’impegno dell’ISCR a San Salvatore a Campi di Norcia sul sito ISCR

Avviati i rilievi della chiesa semidistrutta a San Salvatore a Campi di Norcia, 24 novembre 2016

Completata la prima fase dei rilievi a Campi di Norcia, 5 dicembre 2016