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Valadier. Splendore nella Roma del Settecento

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Data: 04/11/2019

Nella realizzazione della grande mostra monografica che la Galleria Borghese dedica al celebrato orafo-ebanista-argentiere-sculture romano anche le competenze dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro

La Galleria Borghese celebra con la grande mostra d’autunno il grande artista romano Luigi Valadier (1726-1785), erede dell’orafo Andrea e della sua bottega di via del Babuino e padre a sua volta di quattro figli artisti (tra cui il celebre architetto Giuseppe), che nell’arco della sua intensa carriera durata circa 25 anni seppe affermarsi come protagonista e artefice di un gusto internazionale che coniugava maestria tecnica, ricchezza dei materiali e una nuova sensibilità nella riproposizione dell’antico. Tra i primi facoltosi clienti del Valadier ci furono proprio i Borghese, con alcuni importanti incarichi per il rifacimento delle cappelle di famiglia a Santa Maria Maggiore e a San Giovanni in Laterano. La committenza Borghese non si era fermata a questi primi lavori ma ha rappresentato un fil rouge nella produzione di Valadier e ne è testimonianza la presenza di tante opere del maestro orafo e sculture nella Galleria Borghese, già “villa di delizie” della nobile famiglia romana.

La mostra che si inaugura il 30 novembre dà conto del genio del Valadier esponendo al pubblico circa 90 opere, i celebri capolavori già di proprietà Borghese (quali l’Erma di Bacco e la coppia di Tavoli dodecagonali) e tanti prestiti da chiese e musei italiani e esteri.

L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro - oltre ad offrire la propria collaborazione con la redazione dei condition report delle opere e  la partecipazione all’allestimento della mostra, supervisionando anche la movimentazione delle opere - ha messo a disposizione le proprie competenze anche su due importanti progetti: il restauro del San Giovanni Battista dal Laterano e il trasporto e movimentazione delle grandi lampade d’argento per la cattedrale di Santiago di Compostela, opere che mai prima di oggi avevano lasciato la loro collocazione abituale, dopo il loro primo viaggio dalla bottega di via del Babuino. Trait d’union di questa collaborazione è stata Barbara Provinciali, già in forze all’Istituto e ora funzionario restauratore presso la Galleria Borghese, che ha coordinato l’organizzazione.

La statua in bronzo del San Giovanni Battista, proveniente dal Battistero San Giovanni in Fonte al Laterano, firmata e datata al 1772, è stata restaurata in occasione della mostra dagli specialisti ISCR Stefano Ferrari e Francesca Angelo.  Dopo il trasferimento dal Laterano il 16 ottobre scorso e prima della collocazione nel percorso della mostra, l’imponente scultura, a grandezza quasi naturale, patinata e parzialmente dorata, è stata posizionata dapprima nel Portico e poi in Sala VI, lungo il percorso di visita del Museo, consentendo al pubblico di seguire da vicino i progressi del cantiere di restauro.

 Le superfici bronzee si presentavano in discreto stato di conservazione, ma occultate nelle patinature originali da strati di depositi incoerenti, sostanze grasse, numerose gocce di cera e fenomeni localizzati di ossidazione. Il basamento, completamente annerito, dopo l’intervento ha rivelato una doratura compatta, eseguita ad amalgama. La croce ed il cartiglio, interessati da gravi danni di tipo strutturale, quali rotture e deformazioni, sono stati sottoposti a delicate operazioni di assemblaggio e corretto posizionamento.

Il restauro, attraverso un calibrato equilibrio tra pulitura chimica e meccanica, ha permesso di recuperare anche l’originale cromia superficiale del bronzo caratterizzata da diversi toni dal bruno al rosso. Infine, dopo l’applicazione di protettivi superficiali idonei alla conservazione dei bronzi in ambienti interni, è stata eseguita una leggera e localizzata equilibratura cromatica.  Le superfici dorate del basamento, dell’aureola e del cartiglio, a conclusione dell’intervento di restauro, risaltano di nuovo sul metallo scuro, creando riflessi e contrasti coerenti con tutte le opere del noto orafo romano.

Il trasporto delle tre lampade in argento e bronzo, provenienti dalla Cattedrale di Santiago di Compostela, ha rappresentato un’ardua sfida alla quale ha risposto l’ISCR, forte anche dell’esperienza pluridecennale in materia di trasporti in sicurezza di opere d’arte di particolare complessità o fragilità.

Le tre opere - una lanterna e due candelabri,  con corpo centrale in ferro e elementi decorativi in argento e bronzo dorato, concepiti per essere sospesi al soffitto e quindi senza una base di appoggio, del peso dai 480 ai 680 chili, con un’altezza massima di oltre 3 metri e mezzo -  hanno ripercorso un itinerario da Santiago a Roma, molto simile, ma a ritroso, a quello affrontato nel 1764 per raggiungere il santuario galiziano: via terra in camion da Santiago a Barcellona, via nave fino a Civitavecchia e quindi di nuovo in camion fino alla Galleria. Per poter effettuare questa trasferta, occorreva predisporre un sistema di manipolazione e trasporto che consentisse, pur garantendo la massima sicurezza, di ridurre al minimo gli ingombri delle casse.  Il trasporto è stato effettuato con mezzi dedicato dotati di impianto di climatizzazione e sospensioni pneumatiche.

Su progetto targato ISCR sono state realizzate delle strutture metalliche rigide di misure e forme tali da contenere all’interno le opere e consentire l’aggancio dei punti strutturali; in questo modo i manufatti sono stati inseriti e vincolati alla struttura durante le operazioni di manipolazione e trasporto, impedendo qualsiasi possibilità di urto accidentale. La struttura metallica è stata quindi introdotta all’interno di una cassa in legno. 

Per ridurre gli ingombri sia la lanterna che i due candelabri sono stati disassemblati; nel caso dei candelabri si è trattato di separare i dodici bracci riducendo l’ingombro perimetrale a 170 cm., misura massima consentita dalla larghezza del camion e dai varchi all’interno della Galleria Borghese. Progettista del sistema integrato di manipolazione e trasporto l’esperto ISCR Roberto Ciabattoni, che già in passato si è misurato con trasporti e movimentazioni “eccezionali” quali quello del Satiro danzante da Mazara del Vallo e quello dei Bronzi di Riace.

VALADIER
Splendore nella Roma del Settecento
30 ottobre 2019 - 2 febbraio 2020

Per ulteriori informazioni e orari di visita sulla mostra
http://www.galleriaborghese.beniculturali.it/it/mostra/valadier-splendore-nella-roma-del-settecento

Visita anche il sito della Galleria Borghese  http://www.galleriaborghese.beniculturali.it/it