• home
  • Restauri - Restauri in corso

Stendardo di San Giovanni Battista, Città di Castello

analisi storico-critica

Lo stendardo di San Giovanni Battista è privo di documenti archivistici, ma è stato attribuito alla bottega di Luca Signorelli, con una datazione tra il 1496 e il 1502, in base a notizie biografiche e concordanze stilistiche con altre opere signorelliane, come lo stendardo del Santo Spirito, conservato presso la Galleria nazionale delle Marche di Urbino.

L’osservazione attenta consente peraltro di apprezzare l’intervento di mani diverse sulle due facce.

La committenza dell’opera è senz’altro da riferirsi alla Confraternita di San Giovanni Decollato cui è appartenuta fino alla fine del XVIII secolo e che ne deve anche aver curato la veste iconografica, tenuto conto della preminenza della figura del Battista su entrambe le facce.

La faccia principale mostra il santo a figura intera con gli attributi e l’atteggiamento che si convengono a una esemplare immagine devozionale. Sullo sfondo vi è un indefinito paesaggio montano, ove si dispiegano alcuni episodi della vita di San Giovanni: la vita ascetica e due momenti della sua passione.

Sull’altra faccia, in primo piano, è descritto l’episodio del battesimo di Cristo come successione di due momenti: quello dell’immersione nelle acque del Giordano e quello della discesa dello Spirito Santo su Gesù.

La tipologia strutturale di questo stendardo è piuttosto rara, in quanto costituita da una cornice perimetrale a doppia valva, piuttosto che dal consueto sostegno orizzontale superiore mantenuto da uno o più pali.