• home
  • Restauri - Restauri in corso

Bandiera del cacciatorpediniere Zeffiro, Roma

indagini scientifiche

Prima di procedere all’intervento di restauro, al fine di avviare un intervento corretto e mirato, la bandiera è stata sottoposta ad indagini scientifiche con lo scopo di caratterizzare i materiali costitutivi e di mettere in evidenza eventuali fenomeni di degrado. Differenti tipi di indagini sono state effettuate dal laboratorio di Chimica e dal laboratorio di Biologia. Inizialmente si è proceduto, presso il laboratorio di restauro dei manufatti tessili, insieme alle restauratrici dei tessuti, ad uno studio del manufatto mediante tecniche di tipo non distruttivo, che non comportano il campionamento di materiale. Le tecniche impiegate sono state la misura del pH superficiale, l’osservazione in luce ultravioletta con lampada di Wood, la documentazione della superficie con microscopia digitale. Per approfondire la conoscenza dei materiali, sono stati quindi selezionate delle aree in cui eseguire dei micro-prelievi che sono stati sottoposti ad indagini diagnostiche. Le indagini eseguite sono state le seguenti: osservazione al microscopio ottico in luce bianca riflessa e in luce ultravioletta (MO), osservazioni al microscopio ottico in luce trasmessa, analisi micro-infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR), analisi al microscopio elettronico a scansione con microsonda ai raggi X (SEM-EDS).  Microprelievi di filati di ordito e trama nelle aree verde, bianca e rossa e microprelievi di filati utilizzati per le cuciture (11 in totale) sono stati campionati per le indagini microscopiche condotte nel laboratorio di biologia. Per le fibre costitutive le tre aree i caratteri micro-morfologici osservati sono stati per la maggior parte quelli attinenti alle fibre di lino (Linum usitatissimum L.): in tutti i preparati infatti si riscontra anche la presenza di alcune fibre di cotone, ma solo nel rapporto di 1:9. Le tre parti costituenti la bandiera sono unite con cuciture a macchina eseguite con filati di cotone. La fettuccia di rinforzo e il filato di applicazione risultano entrambi  realizzati con fibre di cotone. All’osservazione microscopica lo stato di conservazione delle fibre componenti la parte bianca della bandiera si rileva più compromesso rispetto a quello delle fibre componenti le parti colorate che risultano in  discreto stato di conservazione.

Osservazione in luce ultravioletta mediante lampada di Wood. L’analisi ha avuto lo scopo di individuare la eventuale presenza materiali fluorescenti sulla bandiera. Tutte le aree investigate non mostrano fluorescenza ultravioletta, ciò mostra che per tingere la bandiera non sono stati impiegati coloranti fluorescenti. Determinazione del pH Il pH della superficie della bandiera è stato determinato con un elettrodo piatto a contatto con il tessuto, su aree della bandiera di diversi colori e su porzioni del tessuto che presentavano macchie e imbrunimenti (figura 1). I valori di pH misurati oscillano tra pH 5,2 a pH 6,2, indicando l’assenza di fenomeni di degrado acido significativi. La porzione centrale dello stemma, dove il tessuto appare più compatto è quella in cui effettivamente si misurano i valor di pH più vicini alla neutralità.
Documentazione con il microscopio digitale e campionamento Sulla bandiera sono stati eseguiti 7 micro-prelievi sui differenti filati da sottoporre ad indagini chimiche . I punti di prelievo sono stati selezionati con l’ausilio della microscopia digitale e in ogni caso per non danneggiare il manufatto i prelievi sono stati eseguiti in aree in cui si trovava filo sporgente vicino ad una lacerazione. Le riprese microscopiche della superficie del manufatto sono state eseguite con il microscopio digitale portatile Dinolite AM4113. Le immagini registrate sulle diverse porzioni di tessuto evidenziano, che lo stato di conservazione delle fibre è in qualche modo correlato alla sua colorazione . In particolare le fibre tinte di rosso, verde e blu versano in condizioni conservative migliori rispetto a quelle neutre o tinte di giallo che mostrano una struttura più lisa e meno compatta. Si ipotizza che il migliore stato conservativo delle fibre rosse verdi e blu possa essere dovuto all’azione protettiva che la tintura ha esercitato sulle fibre della bandiera, esposta al vento e all’ambiente marino ricco di sali. Le riprese microscopiche sulla superficie mostrano inoltre che, mentre il colorante rosso tinge uniformemente tutta la fibra, anche nelle porzioni interne, il grado di penetrazione del colorante blu è minore, ancora minore è quello del colorante verde. L’analisi FTIR dei campioni prelevati ha mostrato che tutte le porzioni della bandiera sono costituite da fibre tessili di natura cellulosica, mentre l’analisi al SEM mostra sulle fibre tessili la diffusa presenza di gesso e cloruro di sodio, quest’ultimo verosimilmente depositatosi sulla superficie a seguito della deposizione di aerosol marino e di isolati granelli di polvere contenenti alluminio, silicio, ferro e potassio.