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La Scultura, Adolfo Apolloni, Accademia Nazionale di San Luca, Roma

stato di conservazione e interventi precedenti

Sulla superficie era presente un’estesa patina biologica, sviluppata in modo prevalente sulla zona inferiore del manufatto, tale da deviare l’originale cromia del materiale costitutivo. Depositi di particellato incoerenti erano concentrati nei sottosquadri, mentre la superficie lapidea più esposta agli agenti atmosferici presentava diversi stadi di erosione e disgregazione. Numerose scagliature si rilevano lungo le superfici concave causate dalla subbia (strumento usato in modo perpendicolare rispetto al blocco di pietra), alcune delle quali distaccandosi hanno provocato delle mancanze.
Nella zona posteriore lungo la superficie meno esposta ai fenomeni di dilavamento, sono localizzate le croste nere, in particolare sulla superficie interna del mazzuolo, al di sotto della mano che lo sostiene e sul volto maschile. I cicli di dilavamento delle piogge e/o lo stillicidio provenienti dagli elementi architettonici sovrastanti hanno causato il manifestarsi di colature che si evidenziano quando la superficie lapidea è bagnata. Il fenomeno è visibile lungo il busto della figura femminile, sul seno sinistro fino al ventre, la gamba sinistra e lungo la tibia. Il manufatto riporta una frattura che percorre la parte destra del basamento.