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Rotella da parata in cuoio. Museo Bagatti-Valsecchi, Milano

intervento di restauro

Nel definire le procedure d’intervento si è tenuto conto, oltre che dello stato di conservazione della rotella, anche delle condizioni ed esigenze espositive del museo. L’edificio storico non dispone di impianti per il controllo delle condizioni ambientali. Inoltre trattandosi di una casa-museo  essa pone, come presupposto vincolante al suo particolare stato, il rispetto dei criteri espositivi e di restauro degli arredi stabiliti dagli originari proprietari. Fatto questo che preclude ad esempio l’uso di vetrine anche per i manufatti più delicati e sensibili alle variazioni climatiche, quali appunto la rotella. 

Pulitura

Allo scopo di incrementare la stabilità chimico-fisica del rivestimento in cuoio e di migliorarne la leggibilità sono stati rimossi materiali di varia natura applicati nel corso di precedenti restauri e/o loro prodotti di degrado.

L’intervento ha riguardato in particolare la rimozione dei depositi superficiali di grasso. La gran parte delle sostanze grasse è stata asportata meccanicamente, con l’ausilio di specilli dentistici per le parti cave, e di gomme da pulitura per le parti piane o rilevate; i residui, sono stati alleggeriti con una soluzione detergente a base di un tensioattivo non ionico (g 996 acqua deionizzata, g 2 Arkopal N100, g 2 carbossi-metil-cellulosa a media viscosità) .  I chiodi non più funzionali all'ancoraggio del rivestimento interno, in quanto divelti dalla struttura lignea, sono stati rimossi. I prodotti di corrosione della testa dei chiodi  lasciati in sede sono stati eliminati  per  abrasione del metallo con fibre di vetro.  

Riduzione delle deformazioni e consolidamento

Si è intervenuti esclusivamente su deformazioni di moderata estensione, localizzate per lo più in coincidenza di lesioni e lacune. L’intervento è stato eseguito  mediante trattamenti di umidificazione (della durata max di 2 ore), attraverso membrana di Gore-tex, ed asciugatura sotto pressione. L’effetto plasticizzante dell’acqua ha consentito di ammorbidire il cuoio e riportarlo gradualmente ad aderire al supporto ligneo.  Si è esclusa l’eventualità di applicare il trattamento alle estese deformazioni sul retro  associate ad irrigidimenti del tessuto fibroso, nella convinzione  di apportare tensioni dannose al cuoio e di ottenere risultati parziali e non permanenti nel tempo.

Per ristabilire l’ancoraggio del rivestimento in cuoio al supporto ligneo, nelle aree di distacco, è stato utilizzato il vincolo puntuale di sottili chiodini a staffa realizzati a partire da un filo metallico in acciaio inox di differente spessore (0.8mm, 1mm, 1.2 mm) e successivamente bruniti, per renderli mimetici. I chiodini sono stati infissi in modo da agganciare il rivestimento in cuoio lungo i bordi delle lesioni o più raramente in corrispondenza di fori preesistenti, avendo cura di non forzare il materiale ad aderire al supporto ligneo. La scelta di un  vincolo di tipo meccanico è sembrata la più adeguata per le caratteristiche dei materiali e le condizioni ambientali di conservazione, in quanto in grado di consentire variazioni dimensionali, seppure minime, del cuoio  riducendo gli stati di tensione del materiale stesso.

Reintegrazione

Materiali e procedure per gli interventi di stuccatura sono stati anch’essi selezionati tenendo conto delle variazioni dimensionali del manufatto nell’ambiente di conservazione, e con l’intento di garantire una facile reversibilità dell’intervento. Le lesioni sono state reintegrate sotto livello, mediante riempimento delle cavità, tra supporto ligneo e rivestimento in cuoio, con carta giapponese compressa e collata con una miscela adesiva composta da un idrossi-propil-cellulosa  (Klucel G al 3% in acqua) e da un etilen-vinil-acetato (Evacon-R®), in proporzioni 80:20. Le lacune, in ragione della loro ridotta estensione, sono state stuccate a livello, con un impasto elastico costituito dalla stessa miscela adesiva caricata con polpa di carta finemente macinata. La reintegrazione pittorica delle stuccature e delle teste dei chiodi è stata eseguita con colori a vernice; le parti in vista del supporto in legno sono state abbassate di tono con colori ad acquerello.

Esposizione

Per l’esposizione della rotella la Direzione del museo ha ritenuto importante mantenere, nello spirito della collezione, l’originale stativo in ferro battuto al quale era appesa per le imbracciature, mediante una sorta di 'stampella' in legno. Alcune modifiche sono state apportate alla struttura sia per ridistribuire il peso della rotella su più punti di appoggio che per correggerne la rotazione e l’inclinazione al fine di una migliore visione.