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Il Presepe del Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Aquila

indagini scientifiche

Indagini chimiche sui materiali costitutivi

E’ stato studiato il corpo ceramico, che risulta costituito da una argilla molto fine, con poco scheletro sabbioso. Il colore d’insieme è rosso vivo per la presenza di abbondante ematite. La temperatura di cottura è stata piuttosto alta (superiore a 800 gradi centigradi).
La preparazione in quasi tutti i campioni è a base di gesso e molta colla con poche ocre, silicati e carbonato di calcio e magnesio.
In alcune parti, appartenenti alla veste del busto della Madonna, la preparazione è invece costituita da carbonato di calcio, con pochi granuli di gesso e silicati, e molta colla.
Le dorature sono tutte applicate sopra uno strato di bolo di spessori variabili dai 5 ai 30 micron.
Per quanto riguarda le lamine, talvolta è presente una lamina esclusivamente d’oro, mentre in corrispondenza dei riquadri anneriti osservati sull’opera, è presente anche l’argento, il cui annerimento è dovuto alla formazione di solfuri e cloruri.
La tecnica pittorica utilizzata è in generale la tempera, anche se in alcuni punti risulta ad olio (ad esempio per gli incarnati e per la mano lignea di S. Giuseppe).
Pigmenti verdi sono stati utilizzati per le maniche della veste della Madonna e per la calza di S. Giuseppe. Essi risultano sempre a base di rame, in particolare di brocantite. Dove è stato possibile osservare la stratigrafia si è visto che il verde si trova su uno strato di nero, ottenuto con un pigmento organico, probabilmente bruno di Van Dyck.
Gli azzurri studiati sono quasi sempre a base di azzurrite, utilizzata su uno strato preparatorio di ocra rossa mista a nero, talvolta da sola, come osservato nel campione prelevato dalla parte bassa del panneggio di San Giuseppe, talvolta mista a bianco e nero, come nel risvolto della veste della Madonna.
Diversamente i bottoni azzurri della camicia di San Giuseppe sono ottenuti con smaltino, dato su un fondo che appare di un azzurro tendente al grigio, ottenuto utilizzando poca azzurrite mista a bruno Van Dyck e gesso.
Il rosso prelevato dalla veste della Madonna presenta ocra rossa e poco minio.
Gli incarnati sono ottenuti usando un legante oleo-resinoso. Gli strati pittorici sono costituiti da una sorta di sottile preparazione a biacca, cinabro e silicati di sodio e potassio (feldspati) e dallo strato pittorico vero e proprio, più spesso, costituito da biacca e cinabro.
I capelli sono dipinti utilizzando cinabro, ocre, biacca e nero organico. Nel caso dei capelli del bambino è stata individuata la presenza di oro.
La presenza di cinabro è stata verificata anche sul labbro di San Giuseppe e sulla sfera del bambino.

Indagini biologiche

Le parti lignee delle statue di terracotta sono state oggetto di indagini xilotomiche per l’identificazione delle specie legnose impiegate: le tre le aureole risultano realizzate in legno di pioppo (Populus sp.) così come le mani della Madonna, mentre quelle del San Giuseppe sono di tiglio (Tilia sp.). L’impiego di tipi diversi di legno è indicativa di due momenti distinti di realizzazione e va a sostegno dell’ipotesi della non originalità di almeno una coppia delle mani.

Diagnostica per immagini

Per una completa definizione della tecnica esecutiva e dello stato conservativo dell’opera sono state eseguite due indagini ottiche, la fluorescenza indotta dalla radiazione ultravioletta (UV) e la riflettografia nell’infrarosso (IR). Si mostrano alcune immagini, che evidenziano il degrado superficiale, le abrasioni e lesioni, e le disomogeneità superficiali, dovute alla presenza di materiali e pigmenti di diversa natura chimica, utilizzati originariamente o aggiunti in seguito.