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Anfora in vetro da Montecilfone, Campobasso

stato di conservazione e interventi precedenti

Il reperto è arrivato nei laboratori direttamente dallo scavo, ancora in un blocco di terra sabbiosa che non tratteneva molto bene i frammenti di vetro.
Il vetro era in pessime condizioni: i moltissimi frammenti (circa 250 solo quelli maggiori) tendevano ad aprirsi alla minima sollecitazione in frammenti più piccoli. La superficie del vetro era ricoperta in gran parte da uno spesso strato di silice idrata (si tratta di uno strato di vetro lisciviato idrato, cioè impoverito di alcuni dei suoi componenti), nera per effetto dell’ossidazione del manganese estratto e depositatosi in superficie. Lo strato di silice, fragile e rigido, era in numerosi punti sollevato e in procinto di cadere. Localmente le superfici interne del contenitore erano inoltre ricoperte da incrostazioni carbonatiche dure e piuttosto spesse.
Sul corpo del vaso si è osservato un fenomeno che non ha reso più facile il già difficilissimo montaggio dei frammenti: un pezzo di vetro era attraversato da una fessura non passante, che dava luogo ad uno scalino macroscopico, non correggibile perché appunto il vetro non era fratturato.