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Il volto di avorio

analisi storico-critica

L’avorio, considerato il materiale più prezioso dopo l’oro, era apprezzato sia in Oriente sia in Occidente e il suo valore dipendeva dalla qualità della lavorazione. La scultura crisoelefantina aveva raggiunto il suo apogeo nell’età classica con Fidia ed era considerata la forma più elevata di arte, destinata a edifici pubblici o grandi residenze aristocratiche.
Lo studio del reperto è stato condotto da storici dell’arte e archeologi, partendo dal luogo di rinvenimento, occupato in antico da una villa che, presumibilmente, potrebbe essere attribuita all’imperatore Claudio.
Non si esclude che si possa trattare di un esemplare romano, frutto di una ripresa classicistica di opere più antiche. Il volto è inquadrabile nella statuaria di tipo ideale ispirata ai canoni artistici di modelli attici del IV a.C.
I frammenti, oltre al volto, unico e grande blocco di avorio, raffigurano una mano sinistra, un braccio, parte di un’altra mano, il pezzo di un piede, un orecchio, un frammento di capigliatura, un alluce e un indice.