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Gonfalone storico dell'università La Sapienza di Roma

tecniche di esecuzione

La fattura originaria del gonfalone è attualmente perduta, dovuta molto probabilmente sia alla “damnatio memoriae”, che ha eliminato le zone ricamate con i fasci littori, sia ad un intervento di ripristino della funzionalità dell’oggetto che ha visto la totale sostituzione della parte posteriore e di quelle ai bordi superiore e inferiore del riquadro centrale.

Il gonfalone fu confezionato in tessuto di seta (taffetas[1] effetto gros[2]) nei colori “governatoriali”, oro e amaranto, della città di Roma. Il riquadro centrale è in seta blu e reca l’immagine del cherubino con tre fiammelle in ricamo diretto punto raso (punto piatto[3]) in filato di seta policroma e, in parte, per applicazione[4] (zone centrali delle ali); l’iscrizione CHERUBIM INTERPRETATUR PLENITUDO SCIENTIÆ ricamata in canutiglia dorata[5]su imbottitura; la lupa capitolina con i gemelli su un basamento, eseguita in parte a ricamo diretto e in parte per applicazione. Si nota oggi, poichè il colore azzurro intenso della seta del riquadro centrale è fortemente desaturato, il disegno preparatorio per i ricami diretti che è eseguito a matita (particolare in foto 1). Dalle immagini al Dino Lite 60X e dalle analisi effettuate, l'originale seta bianca del basamento della lupa aveva un supporto in carta adesa con colla.

Ai lati, su fondo amaranto, otto stemmi di facoltà con cornici ricamate in argento dorato a punto posato su imbottitura. Gli stemmi, internamente, hanno i simboli delle facoltà in ricamo per applicazione con tessuti in seta e misto seta e dettagli in filati metallici argentati, dorati e sintetici. Bordano il riquadro centrale, in alto e in basso, i ricami dorati dei nodi Savoia in canutiglia su imbottitura. Nella zona più bassa terminante a code, ricamate e frangiate, l’iscrizione ARCHIGIMNASIUM ROMANUM è ricamata in canutiglia dorata; segue una decorazione circolare in rami di quercia e alloro, a ricamo diretto a punto pieno in filati metallici e in seta policroma, che circondava originariamente un fascio littorio. Tutto il perimetro del gonfalone e i bordi delle varie sezioni sono rifiniti con un gallone in argento dorato.

Dai documenti[6] e dalle foto[7] del tempo si ha anche la descrizione del rovescio del gonfalone che era in seta bicolore oro-amaranto, partito verticalmente, con tre grandi fasci littori ricamati. Arricchivano l’oggetto ricchi cordoni dorati terminanti in fiocchi che scendevano ai lati del gonfalone dall’asta metallica, sormontata da una statuetta di legno intagliato e dorato raffigurante la Minerva.

 

 Foto testo: particolare dell'imbottitura in cartoncino sotto la canutiglia dorata


[1] Taffetas: armatura semplice, il cui rapporto minimo è di due fili e due trame, dalla quale derivano tutte le altre; si realizza col sollevamento di tutti i fili (d'ordito) dispari al passaggio delle trame dispari e di tutti quelli pari, al passaggio delle trame pari (lo schema grafico che lo rappresenta equivale ad una scacchiera). Il termine viene impiegato ad indicare il tessuto realizzato in seta, mentre la stessa armatura viene denominata tela se i filati impiegati sono lino, cotone, lana ecc.

[2] Gros de Tours: intreccio derivato dal taffetas, che dona al tessuto un aspetto compatto di sottili coste orizzontali.

[3] Punto raso: è un punto di ricamo costituito da lunghi punti affiancati l'uno all'altro in senso verticale o obliquo che ricoprono completamente una zona di disegno. Ravvicinati e incastrati, rendono un effetto raso. Il termine storico di punto pittura (agopittura) descrive le proprietà di mimesi pittorica che tale tecnica possiede.

[4] Ricamo per applicazione: il motivo decorativo è creato mediante applicazione di una porzione sagomata di tessuto su quello di fondo, fissata perimetralmente, e talvolta anche al suo interno, con punti di ricamo diretto. L’applicazione ricamata invece, è una porzione di tessuto ricamata con vari soggetti e che viene poi applicata sul tessuto di fondo (tecnica utilizzata per gli stemmi delle facoltà).

[5] SchoenholzerNichols-Silvestri, 2002, p.460 Canutiglia (o cannuttiglia): sottile spirale a sezione quadrata o circolare in metallo trafilato, d’oro o d’argento; tagliata in piccoli segmenti era applicata a cucito sul tessuto passando l’ago attraverso il foro centrale […].

[6] Fattura datata 31 agosto 1933 indirizzata alla Regia Università di Roma, con descrizione completa della manifattura del gonfalone nei materiali e tecniche utilizzate. Archivio Storico Sapienza, Arch. Gen., Busta 46, pos. 14, fascicolo “Giochi universitari a Torino,1933”

[7]http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/foto/IL0010029744/12/Autoritagrave-sfilano-nel-cortile-del-palazzo-della-Sapienza-tra-ali-di-militi-fascisti-e-giovani-dei-GUF.html