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Rifacimenti storici

“Il restauro per rappresentare un’operazione legittima non dovrà presumere né il tempo come reversibile né l’abolizione della storia. L’azione di restauro inoltre, e per la medesima esigenza che impone il rispetto della complessa storicità che compete all’opera d’arte, non dovrà porsi come segreta e quasi fuori dal tempo, ma dare modo di essere puntualizzata come evento storico quale essa è, per il fatto di essere azione umana, e di inserirsi nel processo di trasmissione dell’opera d’arte al futuro”. Cesare Brandi, Teoria del restauro

Il restauro di manufatti che nel corso della loro vita hanno subito ridipinture e rifacimenti è di grande fascino. Come indicava Cesare Brandi, il restauro è teso sempre al ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte senza cancellare le tracce del suo passaggio nel tempo. In questo caso l’opera può essere narrata come documento storico avendo assunto un aspetto diverso rispetto a quello che precedentemente aveva rivestito. Il restauro registra ogni trasformazione del manufatto, ne ricostruisce il racconto e permette che possa trasmettersi al futuro con tutti i segni del passaggio nella storia.