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Restauri conclusi
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Satiro, Michele La Spina, Accademia Nazionale di San Luca, Roma
Il cantiere dedicato agli studenti del terzo anno percorso formativo 4 (Materiali e manufatti ceramici, vitrei, organici. Materiali e manufatti in metallo e leghe) si svolge nei mesi di luglio e settembre 2013 ha come oggetto il trattamento dei bronzi. Il Satiro è una di tre statue risalenti ad un periodo storico omogeneo, compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, che essendo esposte da lungo tempo agli agenti atmosferici presentano tutti i danni tipici derivanti dall’aggressione di tali fattori, quali fenomeni corrosivi patine e croste nere. L’attività didattica è stata preceduta e accompagnata da adeguato supporto tecnico-scientifico.
Hanno partecipato al cantiere didattico gli studenti del 61° corso (PFP 4):
Irene Cristofari
Flavia PuotiSi ringrazia la restauratrice Marina Angelini della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma che ha partecipato, in qualità di docente, al cantiere didattico.
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Il rotolo dipinto giapponese "dei trentatré cavalli", Museo Stibbert, Firenze
Il rotolo dipinto giapponese, intitolato Bamo doi-zu (lett.: “Dipinto delle tipologie dei manti dei cavalli”, cm 35x800), proviene dalla collezione del Museo Stibbert di Firenze. I beni mobili dell’eredità Stibbert, acquisiti dallo Stato italiano nel 1906, sono di natura estremamente varia: dalle armature, alle armi fino alle porcellane e al repertorio di tappezzerie in cuoio poste a decoro delle pareti. Attualmente l’intera raccolta è costituita da circa 50.000 oggetti.
Il dipinto è attribuito al famoso artista giapponese Kano Sansetsu (1589-1651) e raffigura trentatré diverse tipologie di cavalli. Eseguito con inchiostro e colori su carta giapponese, si presenta montato nel formato tradizionale giapponese di rotolo orizzontale, denominato emaki (e: dipinto; maki: arrotolato).
La direzione del Museo Stibbert ha richiesto la collaborazione dell’ISCR per la risoluzione dei problemi strutturali presentati dal rotolo: l’intera superficie era infatti interessata da pieghe verticali profonde e da un estremo inaridimento del supporto cartaceo che, nel tempo, avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla pellicola pittorica, che era invece in buono stato di conservazione.
L’intervento, oltre ad aver costituito una preziosa occasione di studio dei materiali costitutivi e della tecnica esecutiva di un manufatto tanto lontano dalla nostra tradizione artistica, conclusosi con la pubblicazione di un articolo sulla rivista Studies in Conservation (Studies in Conservation, Volume 59, Number 5, p.328-340,2014, "A seventeenth century Japanese painting: Scientific identification of materials and techniques", Abstract), riveste un grande interesse, perché a differenza di quanto fatto finora all’interno dei laboratori pubblici italiani, è stato effettuato un restauro completo su un manufatto giapponese, impiegando il protocollo di indagini scientifiche dei laboratori italiani applicato ad una metodica mutuata dalla tradizione giapponese.
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I frammenti dell'affresco absidale di San Pietro, Tuscania
Il violento sisma del 6 Febbraio 1971 provocò gravissimi danni al ricco patrimonio artistico di Tuscania (VT). I danni più ingenti si riscontrarono nella chiesa di San Pietro, dove crollarono il rosone della facciata principale e parte dell’abside con raffigurata l’Ascensione di Cristo, pittura datata fra l’ultimo quarto dell’XI secolo e la metà del XII. Fin dai primi giorni dopo la tragedia l’Istituto Centrale per il Restauro, assieme alle autorità preposte e ai giovani volontari del Gruppo Archeologico Romano, fu impegnato in un pronto intervento volto a limitare le perdite. La priorità era la messa in sicurezza della superfici dei dipinti murali rimasti ancorati alle pareti e la raccolta dei frammenti di quelli crollati. I frammenti furono estratti dalle macerie con grande attenzione e collocati in cassette di legno, seguendo un sistema di raccolta per settori. L’anno successivo, presso i laboratori dell’Istituto Centrale per il Restauro, venne fatto un tentativo di ricomposizione, tentativo presto abbandonato a causa dell’esigua dimensione e della fragilità del materiale.
Sulla base dell’esperienza acquisita nella ricomposizione dei frammenti di affresco delle vele crollate all’interno della Basilica di San Francesco ad Assisi nel terremoto del 1997, l’Iscr ha avviato il progetto di conservazione, ricomposizione e valorizzazione dei frammenti dell’affresco absidale di San Pietro a Tuscania. I risultati del primo studio di fattibilità, avviato nel 2006, hanno dimostrato che la superficie potenzialmente sviluppata dai frammenti disponibili corrisponderebbe solo a circa un terzo della superficie crollata. Tale scarsità di materiale ha quindi suggerito, fin dall’inizio del progetto, forme di valorizzazione diverse dalla ricollocazione in situ.
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Il monumento funebre di Berardo D'Aquino nella chiesa di Santa Maria della Strada, Matrice
Il monumento funebre di Berardo d’Aquino è situato all’interno della badia benedettina di Santa Maria della Strada eretta nel 1148 su un colle limitrofo al paese di Matrice, vicino Campobasso in Molise, sul tratturo Cortile-Centocelle che da Matrice proseguiva verso la Puglia. Il monumento, databile alla seconda metà del XIV secolo, rappresenta la più alta testimonianza artistica della fase tardo medievale della chiesa ed è espressione di un gotico maturo che si avvale di formule stilistiche e soluzioni ornamentali particolarmente ricche.
A seguito del terremoto che ha colpito il Molise nel 2002, il monumento ha subito gravi dissesti statici che hanno riguardato in particolare il timpano e le sculture. Dopo un primo pronto intervento a cura della Soprintendenza del Molise, grazie al quale erano state assicurate le parti pericolanti, nel 2007 è stato affidato all’Iscr il restauro che ha incluso il consolidamento statico-strutturale dell’opera. Propedeutico all’intervento conservativo è stato l’avvio di una campagna di indagini che ha consentito di comprendere l’effettiva gravità dei danni e di stabilire le modalità e le procedure tecniche necessarie a ridare stabilità al monumento.
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