• home
  • Restauri - - Vaso con gerla, Muciv, Roma

Vaso con coperchio e gerla in fibre vegetali e animali (Somalia meridionale), Muciv, Roma, n. inv. 89796-89797

Analisi storico artistica e tecniche esecutive

Il manufatto, proveniente dalla Somalia meridionale e collocabile tra la fine del XIX secolo ed inizi del XX secolo, appartiene alla sezione africana della collezione del Muciv - Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”. Il vaso è composto da un corpo ovoidale e un coperchio emisferico, realizzati in fibre vegetali ritorte ed intrecciate. Questo tipo di contenitore era spesso dotato di un coperchio, per consentire il traporto e la conservazione di prodotti alimentari, nello specifico latte o burro. Difatti sia il vaso che il coperchio sono internamente rivestiti di grasso e di sterco di bue/cammello, al fine di impermeabilizzare al meglio le superfici interne, migliorandone la funzione conservativa. I Somali, quale popolo nomade dedito prevalentemente alla pastorizia, privilegia l’uso di oggetti durevoli, poco voluminosi e di facile trasporto, proprio per far fronte alle esigenze di continui spostamenti.  Il legno e le fibre intrecciate sono quindi i materiali che più abitualmente vengono impiegati nella produzione degli oggetti di uso quotidiano, come questo, destinato ad uso alimentare. Il vaso è dotato di una base d’appoggio, costituita da un piede ad anello, e di una tracolla in cuoio per appendere l’oggetto all’interno delle abitazioni o alla sella degli animali durante gli spostamenti.

La superficie esterna appare tripartita da due fasce delle stesse fibre, che generano un motivo ornamentale lineare. Il coperchio è eseguito con la stessa tecnica del vaso ed è decorato da due corone di conchiglie (cauri), che ne impreziosiscono la sommità. Il contenitore è espressione della cultura materiale somala che, come la preponderanza delle genti nomadi che popolano il versante orientale dell’Africa, hanno prodotto essenzialmente un’arte applicata all’ornamento degli oggetti d’uso. Quest’arricchimento decorativo si sviluppa in una sintassi che combina forme geometriche con quelle originate dalle tecniche d’intreccio. Lo schematismo geometrico dei motivi decorativi è prevalentemente riconducibilea ragioni di carattere religioso: il rigido aniconismo della religione musulmana vieta la riproduzione di forme umane o animali. Il contenitore è alloggiato all’interno di una gerla costituita da un’armatura lignea, intessuta ad un rivestimento di fibre animali intrecciate. La struttura lignea si articola in sei fasci, ciascuno dei quali è costituito da tre verghe trattenute da fettucce in pelle, probabilmente non conciata. Tutti i fasci sono legati ad un cerchio, anch’esso formato da tre nerbi, dove sono presenti due asole in pelle. Queste sono attraversate da una treccia, usata per assicurare il coperchio del vaso alla gerla. La colorazione bruno rossiccia presente su tutta la superficie della gerla è presumibilmente dovuta all’impiego di un colorante, usato per rendere omogeni i diversi elementi costitutivi.

 

Stato di conservazione

Il manufatto si presentava coperto in maniera diffusa da spessi depositi incoerenti di particolato e da depositi coerenti di sporco grasso, penetrato anche all’interno di interstizi e cavità dell’intreccio vegetale del vaso. Si registrava una perdita di materiale costitutivo, sia a livello del piede d’appoggio del vaso, che si mostrava ampiamente lacunoso, sia all’interno del vaso, dove il materiale dirivestimento apparivaincompleto. Similmente l’armatura lignea della gerla presentava in tre punti la mancanza delle parti terminali e un indebolimento strutturale, per via della presenza di zone di fessurazione e frattura. Nella parte bassa alcune fettucce di fibre animali si mostravano solo parzialmente vincolate all’armatura ed entrambe le estremità della tracolla in pelle erano completamente sciolte. Le fibre intrecciate, sia di origine animale, che vegetale, si presentavano deformate in alcuni punti, a causa del loro irrigidimento e della posizione in cui sono state costrette queste parti per lungo tempo.

 

Intervento di restauro

Nell’intervenire sui manufatti si è dovuto tener conto della fragilità e delicatezza del materiale organico costitutivo. Si è proceduto pertanto con molta cautela alla rimozione dei depositi incoerenti e coerenti, prediligendo l’impiego di tecniche di pulitura a secco, mediante l’utilizzo di microaspiratori e spugne sponge, usate a secco e limitando l’apporto di acqua alle soleoperazioni di rimozione dei depositi più grassi e adesi. In questo caso si è ricorsi all’ausilio di tensioattivi non ionici in soluzione acquosa, attraverso una somministrazione controllata della parte acquosa. Le aree deformate sono state rimesse in forma e le fettucce slegate sono state ricollocate e fissate al supporto vegetale.

 

Vedi la scheda di presentazione del cantiere didattico 2018 presso il Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”, Muciv di Roma