• home
  • L'istituto - News

Il NIAS ISCR ad Atene indaga sulle statue da Antikythera

Data: 02/10/2015

L'ISCR inizia ad ottobre la collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Atene per lo studio del degrado biologico di ventiquattro statue marmoree che facevano parte del carico del Relitto di Antikythera

La nave, naufragata presso capo Glyphadia, a largo dell’isola di Antikythera, nel secondo quarto del I secolo a.C., giace ad una profondità compresa tra i 42 e i 50 metri e fu rinvenuta nel 1900 da un gruppo di pescatori di spugne.
Il carico, recuperato in quegli anni, era costituito da una grande quantità di opere d’arte di bronzo, tra cui si ricorda un efebo, originale della metà del IV sec. a.C., noto come l’Efebo di Antikythera e altre databili fra il IV e il III sec. a.C.

Tra i reperti di bronzo è il celebre Meccanismo di Antikythera, che ha fatto discutere per anni gli studiosi del settore circa la sua presenza a bordo ed il suo effettivo impiego. Questo interessante manufatto è costituito da un ingranaggio composto da varie ruote dentate, con iscrizioni, che, secondo le più recenti indagini, permetteva di prevedere le eclissi lunari e solari e il moto della Luna nel cielo.

Le statue di marmo pario sono copie o rielaborazioni di originali famosi, tra cui ricordiamo una copia dell’Afrodite Cnidia di Prassitele e un Ercole del tipo Farnese. Completavano il carico anfore originarie delle isole greche di Rodi e di Kos, contenitori di vetro (ciotole e tazze), ceramica pergamena oltre a varie tipologie di ceramica comune utilizzata dall’equipaggio.

Nel 2014 con il Progetto “Return to Antikythera” il Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport, con il supporto del Woods Hole Oceanographic Institution ha avviato nuove ricerche sul sito sommerso. Le indagini sono in corso.

Gli esperti e i tecnici dell’ISCR saranno dal 12 al 24 ottobre ad Atene presso il Museo Archeologico Nazionale (attualmente diretto dall’archeologa Maria Lagogianni) per dare inizio a questa prima fase di studio che prevede una dettagliata documentazione grafica e fotografica delle statue di marmo e delle forme di degrado biologico presenti, e il campionamento di frammenti rappresentativi delle diverse alterazioni.
Il peculiare stato di conservazione del marmo costituente i reperti deriva dalla lunga permanenza in mare che ha permesso l’instaurarsi dei fenomeni di bioerosione legati all’azione di microrganismi ed organismi endolitici.
Lo studio fornirà un importante contributo alla conoscenza del biodeterioramento dei manufatti lapidei sommersi, ampliando le esperienze condotte nell’area del Mediterraneo.

Il gruppo di lavoro, coordinato da Sandra Ricci e Barbara Davidde, comprende Edoardo Loliva, Alessandro Pierangeli e tre ricercatrici esterne: Carlotta Sacco Perasso, Federica Antonelli e Calliope Schistocheili.

 

Per approfondimenti sul Meccanismo di Antikithera vai alla pagina del sito di Nature International weekly journal of science:

http://www.nature.com/nature/journal/v444/n7119/full/nature05357.html

Visita il sito ufficiale del progetto Return to Antikythera  

Visita il sito del Museo Nazionale Archeologico di Atene

 

Foto grande in alto: alcune statue marmoree oggetto dello studio, conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene


Foto piccola in home page: dettaglio del degrado biologico presente su una delle statue 

Foto accanto al testo: una delle ventiquattro statue del relitto di Antikythera, sempre nel Museo Archeologico Nazionale di Atene