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Progetto MUSAS, iniziati i lavori di acquisizione 3D dei reperti di Baia sommersa
Data: 28/08/2017
Progetto MUSAS, MUsei di Archeologia Subacquea. Tutela valorizzazione e messa in rete del Patrimonio Archeologico Subacqueo (Campania, Calabria, Puglia). Inizio delle attività di acquisizione 3D dei reperti di Baia sommersa.
Sono iniziati, nell’ambito del progetto MUSAS, i lavori di acquisizione tridimensionale dei reperti archeologici relativi al Parco Sommerso di Baia conservati presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Si tratta di una notevole operazione scientifica, funzionale alla valorizzazione di uno dei contesti archeologici subacquei più importanti al mondo: l’area archeologica di Baia, insieme alle adiacenti strutture del portus Julius e della ripa Puteolana, vitale e fiorente in età romana e sprofondata poi al di sotto del livello del mare a causa del vulcanesimo della zona flegrea, è un vero e proprio unicum sul panorama archeologico mondiale per estensione, rilevanza e stato di conservazione delle strutture. Mosaici, colonne, pavimenti, muri, terme e strade costituiscono l’immensa ricchezza disseminata sul fondale baiano: un congiunto noto da tempo, ma protetto ufficialmente solo a partire dal 2001, con l’istituzione del Parco Marino. Tra queste antiche strutture sommerse, che certamente offrono problemi di non semplice soluzione a chi e è preposto a tutelare, documentare, valorizzare, l’ISCR è da tempo attivo con numerosi progetti, il primo dei quali, Restaurare sott’acqua (http://www.iscr.beniculturali.it/pagina.cfm?usz=1&uid=69&idpro=4#.WYMDyd9vB18.link ), ha permesso di fissare strategie, modelli e best practices per la messa in sicurezza e il restauro del patrimonio archeologico subacqueo.
L’operazione di digitalizzazione, svolta dai tecnici della 3D Research s.r.l., spin-off dell’Università della Calabria, prevede la realizzazione, per oltre 40 reperti significativi (tra cui statue, iscrizioni, arredi marmorei e monete), di modelli composti da 5.000.000 di triangoli, con texture aventi una risoluzione di 36 megapixel e un’accuratezza di 0,01 mm. Saranno gli stessi tecnici della 3D Research s.r.l., su incarico dell’ISCR, a occuparsi anche del rilievo 3D delle aree archeologiche sommerse di Villa dei Pisoni (per un’estensione di oltre 1000 mq) e del Ninfeo imperiale sommerso di Punta dell’Epitaffio (per più di 1500 mq), per mezzo di tecniche avanzate in grado di restituire modelli ad alta risoluzione del fondale e delle evidenze archeologiche in acqua; tali acquisizioni, integrate anche con rilievi Multibeam, costituiranno il punto di partenza per suggestive ricostruzioni dei contesti antichi, per l’innovativo sistema di esplorazione aumentata previsto dal progetto MUSAS e per l’implementazione di strumenti di monitoraggio per la valutazione dello stato di conservazione dei siti sommersi.
Il progetto, infatti, ideato e diretto dall’archeologa dell’ISCR Barbara Davidde, intende sperimentare su scala sovraregionale un modello integrato di monitoraggio e valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso, nelle collezioni museali e in situ, in modo da costituire una buona pratica da estendere e replicare su altri siti, attraverso:
1) La realizzazione di un portale per la fruizione del Museo Virtuale dell’Archeologia Subacquea, nel quale saranno illustrati attraverso immagini/schede e ricostruzioni 3D i reperti di provenienza subacquea presenti nei Musei e i siti sommersi inseriti nel progetto.
2) L’implementazione di un sistema di esplorazione aumentata dei siti archeologici sommersi di Baia e Egnazia.
3) L’utilizzo di una rete di nodi sensori sottomarini innovativi, dispiegabili in modo flessibile per il monitoraggio ambientale, funzionale alla verifica dello stato di conservazione dei siti e alla localizzazione dei subacquei.
In homepage: i tecnici impegnati nell'acquisizione 3D delle statue del Ninfeo di Baia
Nella foto grande in alto: i tecnici al lavoro nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei