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Il progetto didattico dell'ISCR al Museo Egizio del Cairo

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Data: 17/02/2014

Una giornata di studio presso l'Accademia d'Egitto per illustrare le attività formative svolte nel triennio 2008-2010 in Egitto e finanziate dalla Cooperazione allo Sviluppo.

L’occasione è stata data dalla presentazione del volume La conservazione dell’arte egiziana. Percorsi di formazione per il restauro delle collezioni del Museo Egizio del Cairo che si è svolta a Roma presso l’Accademia d’Egitto il 12 febbraio scorso. Il libro costituisce un ampio resoconto delle attività che l’ISCR ha svolto presso il Museo Egizio del Cairo coinvolgendo altre importanti istituzioni museali della capitale egiziana (il Museo di Arte Islamica, il Museo Copto, il Museo Nazionale della Civiltà Egiziana e il Museo di Arte Tessile). Ad aprire la giornata di studio Gihane Zaki, direttrice dell'Accademia d'Egitto a Roma, l'Ambasciatore egiziano Amr Helmy. In rappresentanza  della Direzione Generale per  Cooperazione alla sviluppo. MAE, che ha finanziato il progetto,  Damiano Francovigh e Ginevra Letizia, per il Segretariato Generale del MiBACT (che  in questo ambito ha curato la realizzazione del Masterplan per la riorganizzazione dell’allestimento dello stesso Museo Egizio del Cairo) Gianni Bonazzi, dirigente del Servizio I Coordinamento studi del Segretariato Generale.

Il direttore dell'ISCR Gisella Capponi, richiamando il ruolo svolto dal precedente direttore Caterina Bon Valsassina,  che ha fortemente voluto e avviato il progetto, ha posto in evidenza lo sforzo compiuto dall'Iscr con il coinvolgimento di oltre settanta esperti (circa la metà del personale dell'Istituto) e ha ribadito la disponibilità a proseguire nel solco della collaborazione con istituzioni internazionali e a sostenere le attività di tutela e conservazione presso i musei esteri.

Donatella Cavezzali, direttore della Scuola di Alta Formazione e studi  e  coordinatore del progetto, ha riassunto le finalità e i metodi applicati, incentrati sul modello formativo che da sempre viene applicato dall'Istituto, basato sull’integrazione di manualità e scienza.

Trenta le opere selezionate in accordo con i responsabili dei musei,  rappresentative di cinque diverse classi di materiali: legno, affreschi staccati, metalli, materiali lapidei e libri storici  Esempi concreti del lavoro svolto sono stati illustrati da alcuni dei numerosi professionisti che hanno fornito contributi: Moamen Othman, capo del laboratorio materiali organici, e Hala Hassan, capo della sezione dedicata a Tutankhamon, entrambi del Museo Egizio,  Ernesto Borrelli, esperto chimico e coordinatore scientifico, e i restauratori conservatori Stefania Di Marcello (che ha parlato di alcuni case history riguardanti  manufatti lignei), Carlo Giantomassi (sugli affreschi staccati) e Cristina Passeri (sui manufatti metallici). Tra gli esempi citati: l’intervento sul battente di porta proveniente dalla Mastaba di Kaemheset (Saqqara, Antico Regno, V Dinastia), manufatto in gravi condizioni di degrado, deformato e danneggiato da precedenti restauri inappropriati e da condizioni espositive inidonee; il nuovo restauro ne ha ristabilito l’assialità e lo ha dotato di un nuovo supporto in grado  di sostenerne il peso.  

Vai alla scheda dedicata al libro nel sito di Gangemi Editore