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Restauratori volanti. Dall'Italia al Sudan
Data: 05/04/2022
Sarà presentato al Palladium il documentario sul cantiere di restauro del Tempio di Mut a Jebel Barkal
A Roma, presso il Teatro Palladium, il 13 aprile 2022 alle 17.30 si terrà la proiezione del film documentario "Restauratori volanti. Dall’Italia al Sudan," scritto e diretto dal docente di "Storia e Tecnica del restauro" Mario Micheli e prodotto dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi “Roma Tre", in accordo con l’ICR, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ambasciata italiana a Khartoum.
Il titolo del documentario, “Restauratori volanti”, richiama la definizione coniata nel 1953 da Cesare Brandi e da Giuseppe Tucci, che proposero la creazione di squadre speciali di restauratori pronti ad operare in paesi lontani.
Lo spunto per la storia che viene narrata è stato offerto da un complesso cantiere di restauro, avviato nel 2013 dall’ICR e diretto dall'archeologa Maria Concetta Laurenti, che ha consentito il recupero delle straordinarie pitture murali del Tempio di Mut a Jebel Barkal nella Nubia sudanese, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Nell'intervento di restauro, condotto dall’ICR e dalla NCAM (National Corporation of Antiquities and Museums of Sudan), accanto ai restauratori italiani dell’Istituto hanno operato i restauratori sudanesi del Museo Nazionale di Khartoum, fornendo un'occasione di aggiornamento e scambio delle conoscenze nell’ambito del restauro dei dipinti murali.
I dipinti degli ambienti più interni erano offuscati da un deposito scuro, costituito principalmente da un’incrostazione provocata dalle deiezioni dei pipistrelli che avevano un tempo abitato questi ambienti e dal nerofumo dovuto all’accensione di fuochi, quando, nei secoli di abbandono, il tempio fu usato come luogo di ricovero per animali e pastori.
Il restauro ha chiarito le cause di degrado e ha fornito gli strumenti per la stabilizzazione delle condizioni conservative; inoltre ha consentito di far emergere la ricca palette cromatica dei dipinti e migliorare la lettura dei geroglifici.
I dipinti restaurati delle due pareti lunghe raffigurano in modo speculare due teorie di divinità insieme al faraone Taharqa in atteggiamento di offerente, che alludono rispettivamente al culto tebano di Amon (a ovest) e al culto Napateo (a est). Il dio Amon con differenti attributi è seguito dalla dea Mut, e da Khonsu, seguiti da un lato da Amon Khamutef e Horus e, sulla parete opposta, da Montu e Thot.
Sulla parete sud, ai lati della porta di comunicazione con il vestibolo, sono raffigurate due divinità protettrici del faraone: Onuris/ Shu a sinistra e Nefertem a destra. Sulla parete nord, assai più compromessa dal punto di vista conservativo, il restauro per ora si è limitato alla fascia superiore del fregio.
Gli interventi di restauro hanno coniugato tecniche di pulitura con mezzi chimici con l’impiego di strumenti laser, differenziando e calibrando strumenti e mezzi in base allo stato di conservazione dei dipinti e nell’ottica del minimo intervento.
Interventi migliorativi, dal punto di vista della presentazione estetica e dei materiali originari, sono stati eseguiti sui dipinti della sala del vestibolo, dove l’annerimento delle superfici è meno diffuso..
Il progetto di conservazione ha incluso anche operazioni mirate alla stabilizzazione delle condizioni statico-strutturali, compromesse dai lunghi secoli di abbandono e da cause naturali. Un passo avanti verso una migliore fruizione del monumento è stato compiuto sul fronte degli impianti di servizio, con la realizzazione di un impianto di ventilazione interna, di una linea elettrica fissa con installazione di alcuni punti luce e di una struttura per un camminamento guidato.
In allegato il comunicato stampa e la locandina.