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L'Istituto avvia l'intervento di restauro sull' Apollo e Giacinto del Domenichino

Data: 07/04/2023

Il dipinto ha lasciato ieri l'Ambasciata di Francia

Il dipinto murale Apollo e Giacinto di Domenico Zampieri, detto il Domenichino (Bologna 1581- Napoli 1641),  è stato portato ieri mattina da Palazzo Farnese a Santa Marta al Collegio Romano, laboratorio dell’Istituto Centrale per il Restauro: si tratta dell'’ultimo dei tre affreschi staccati dello stesso autore, presenti nel Salone delle firme di Palazzo Farnese, ad essere affidato alle cure dell'Istituto. 

I dipinti, tra i primi lavori indipendenti del Domenichino, chiamato a Roma nel 1602 dal maestro Annibale Carracci, decoravano le volte della loggia del cosiddetto “Casino della Morte”, un piccolo edificio fatto costruire dal cardinale Odoardo Farnese quale dépendance intima e raccolta del grandioso palazzo di famiglia. Situato sulla sponda del Tevere, e così denominato per via della contiguità con la chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, il Casino si apriva al pianterreno su un rigoglioso giardino prospiciente il fiume ed era accessibile direttamente dal palazzo principale attraverso l’arco che scavalca ancora oggi via Giulia. Tutti e tre i dipinti - gli altri sono La Morte di Adone e Narciso che si riflette nell’acqua - furono staccati nel 1817 dal restauratore Pietro Palmaroli.

Eseguiti dal pittore bolognese tra il 1603 e il 1604, gli affreschi riguardano tre personaggi della mitologia greca, la cui morte violenta prelude ad una metamorfosi vegetale e alla nascita di un nuovo fiore. La Morte di Adone era raffigurata sulla volta del portico che si affacciava sui giardini verso il fiume, Apollo e Giacinto sulla volta della sala sulla destra mentre Narciso, dipinto per ultimo verso la fine del 1603, decorava la volta della sala sulla sinistra.

Il restauro dell' Apollo e Giacinto è reso possibile da una collaborazione in atto con l’Ambasciata di Francia, in accordo con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma

Il dipinto murale sarà sottoposto ad uno studio preliminare dello stato di conservazione e degli esiti dei precedenti interventi subiti, mediante osservazioni visive e riprese fotografiche macro e  microscopiche, indagini multispettrali e microprelievi per analisi chimiche e mineralogiche. I risultati di tale campagna conoscitiva guideranno i protocolli operativi degli interventi che saranno messi in atto per il recupero conservativo dell’opera, mediante fasi di pulitura, ristabilimento dell’adesione e coesione della pellicola pittorica e degli strati preparatori, revisione del supporto, stuccatura delle lacune e presentazione estetica finale.

Le prenotazioni per le visite guidate al pubblico, presso il laboratorio di Santa Marta al Collegio Romano, saranno aperte dopo la pausa pasquale e saranno comunicate attraverso questa pagina web.

Per vedere il servizio del Corriere della Sera sul trasloco del dipinto, clicca qui

Scarica il comunicato stampa congiunto dell'Ambasciata di Francia e dell'Istituto Centrale per il Restauro