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Le opere di Maria Lai restaurate dall’ICR di nuovo esposte al MUSMA di Matera

Data: 21/03/2024

Sabato 16 marzo 2024 sono state presentate alla stampa e al pubblico le tre opere di Maria Lai presenti nella collezione del museo, due delle quali sono state restaurate in didattica nella sede di Matera della Scuola di Alta Formazione.

Tra l’ICR e il Musma è attiva dal 2018 una proficua collaborazione che ha permesso il restauro di oltre 30 opere in didattica di laboratorio e in tesi, tra le quali vi sono lavori storici di Enrico Accatino, Giacinto Cerone, Duilio Cambellotti, Antonietta Raphael, Guido Strazza.

Cuore mio è un assemblaggio realizzato nel 2002 ed è legato al racconto drammatico di Cuore Mio e di sua madre Maria Pietra, scritto dal suo amico Giuseppe Cambusu che si ispira ad un’antica leggenda sarda: Maria aveva il dono di far realizzare i sogni del figlio, Cuore Mio, pronunciando delle parole magiche, per questo venne punita dagli dèi con la sua morte; a quel punto Maria disperata, si sacrifica trasformandosi in pietra per permettere al figlio di tornare in vita. Questo racconto è ricordato in molte delle opere di Maria Lai, in quanto Maria Pietra rappresentava l’alter ego dell’artista.  L’opera, composta da una cassa rettangolare in legno di pioppo con il fondo in compensato, dipinto con pennellate   disomogenee nere, appartiene ad un gruppo di lavori composti intenzionalmente dall’artista da materiali poveri, come il legno del fondo della cassa, non trattato ed estremamente foto-sensibile o come i fili di cotone bianchi legati a due listelli lignei, per simulare la forma di un piccolo telaio da tessitura. Sul fondo della cassa vi è anche una sfera in terracotta che nella poetica dell’artista è una “scultura di pane”, ispirandosi alla forma e al significato delle decorazioni dei pani sardi.

L’intervento di restauro è stato effettuato presso la Scuola di Alta Formazione dell’ICR di Matera nel corso     dell’anno accademico 2020-2021. Il lavoro è consistito nella rimozione del deposito di polvere, con particolare attenzione ai fili in cotone, nel trattamento biocida, nella pulitura differenziata delle superfici con soluzioni acquose a tampone e mediante gel a forte ritenzione idrica, e nel ristabilimento della corretta adesione della “scultura di pane”. Da ultimo è stato effettuato un trattamento cromatico con matite a pastello per attenuare l’impatto visivo delle macchie relative all’attacco fungino e alle gore di umidità. Il disturbo visivo causato dal foto-degrado non è stato trattato, ma si è scelto di attendere che il naturale cambiamento di colore del legno restituisca lentamente l’unità cromatica.

La Torre (1971-2002) rappresenta un unicum, in quanto nasce dalla trasformazione di una scultura del 1971 intitolata Grande Telaio Campestre, ed è dedicata al ricordo delle vittime dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York.   L’opera presentava problematiche relative a distacchi della pellicola pittorica concentrati sull’infisso inferiore, il quale è rivestito da più strati di colore realizzati in anni e con materiali differenti. Sull’intera superficie vi erano depositi di polvere incoerente e coerente che avevano ingrigito la pellicola pittorica bianca delle due tele e degli infissi inferiori. Gli spaghi che legano tutti gli elementi dell’assemblage erano fortemente indeboliti dalla decoesione delle fibre, che ne aveva causato la rottura e la perdita della torsione e che li aveva resi particolarmente aridi. 

L’intervento, eseguito presso la Scuola di Alta Formazione dell’ICR di Matera e oggetto della tesi di laurea della studentessa Silvia Donati, ha previsto il consolidamento dei distacchi degli strati pittorici sugli infissi inferiori, la rimozione dei depositi incoerenti diffusi e di quelli coerenti localizzati sui materiali dell’assemblage. Infine, è stata compiuta una sperimentazione per risolvere la problematica della decoesione degli spaghi, che ha permesso di arrestare la perdita di fibre, di ripristinare la torsione e ridonare al materiale la sua originaria morbidezza.

Le opere dialogano con una nuova installazione, dal titolo Cartogramma, dell’artista cagliaritano Crisa.

Direttore Scuola di Alta Formazione sede di Matera Giorgio Sobrà

Vice direttori Scuola di Alta Formazione sede di Matera Francesca Capanna, Marco Bartolini

Direzione lavori, Coordinamento e progettazione complessiva degli interventi Angelandreina Rorro

Docenti restauratori Antonella Amoruso, Antonella Malintoppi, Miriam Pitocco

Allievi restauratori M. R. Carducci, S. Donati (Relatrice: Miriam Pitocco), S.Galati, C.Ginesty, A.Giotta