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Il restauro della "Balena Giuliana"
Data: 07/05/2021
Avviate il 29 marzo le operazioni sullo studio e la valorizzazione dei reperti, con il contributo dell'ICR e del Museo Nazionale di Matera.
La cosiddetta “Balena Giuliana” è una balenottera del Pleistocene, che visse circa un milione di anni fa. Si tratta del più grande fossile di balena mai descritto e, forse, della più grande balena che abbia mai solcato le acque del Mar Mediterraneo: 26 metri per un peso tra 130 e 150 tonnellate, contro le circa 100 tonnellate del più grande dei dinosauri.
Sono queste le conclusioni di uno studio coordinato dai paleontologi dell'Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Biology Letters della Royal Society di Londra: un caso studio per i paleontologi di tutto il mondo. Tale scoperta, secondo i paleontologi, potrebbe consentire di rivedere l'evoluzione del gigantismo delle balene: confermerebbe la teoria secondo la quale l'aumento delle dimensioni di questi cetacei sarebbe, dal punto di vista evolutivo, una risposta alle glaciazioni avvenute sulla Terra negli ultimi 2 milioni di anni.
La ricerca avviata sullo scheletro fossile ha coinvolto il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania e il Directorate Earth and History of Life, Royal Belgium Institute of Natural Sciences di Bruxelles.
Circa un milione e mezzo di anni fa, l’altipiano murgiano era interamente sommerso e abitato da creature marine come la “balena Giuliana” che è tornata a far parlare di sé, in tempi recenti, grazie allo studio coordinato dai paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, guidati dal professor Giovanni Bianucci. Quando la balenottera è morta, la Puglia era un arcipelago di isole e un canale marino, profondo anche 600 metri, univa l’attuale Mar Jonio con il Mare Adriatico. Ritrovata nel 2006 da un agricoltore, sulle sponde della diga di San Giuliano, a pochi chilometri da Matera, la balena è stata oggetto di un lungo e complesso intervento di recupero, ostacolato dall’innalzamento del livello delle acque nel bacino artificiale. L’ultimo frammento del fossile è stato recuperato nel 2013; da allora i resti sono stati collocati in casse, in attesa del restauro e della contestuale musealizzazione, e posti nei giardini del Museo Archeologico Nazionale "Domenico Ridola" di Matera. Il 29 marzo 2021 sono state avviate le operazioni mirate allo studio e alla valorizzazione dei reperti. All’opera un gruppo di lavoro interdisciplinare, nato da un protocollo d’intesa siglato, nel mese di settembre del 2020, tra le varie istituzioni per lo studio ed il restauro, ai fini della musealizzazione e della valorizzazione, dei resti della balena fossile: l’Architetto Annamaria Mauro, direttrice del Museo Nazionale di Matera, insieme all'architetto Francesco Canestrini, dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, Giorgio Sobrà, direttore della Scuola di Alta Formazione e Studio ICR - sede di Matera, Giovanni Bianucci, paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, Domenico Bennardi, Sindaco di Matera.
Il Soprintendente Canestrini ritiene di importanza rilevante la convenzione sottoscritta tra tutte le istituzioni, "un fronte comune di intervento basato sulla cooperazione al fine di dare avvio alle attvità di conservazione e valorizzazione, grazie ai fondi stanziati dal Ministero per la Cultura".
"๐๐๐๐ ๐ ๐ก๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ต๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐ถ๐๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐ – dichiara la direttrice ๐๐ง๐ง๐๐ฆ๐๐ซ๐ข๐ ๐๐๐ฎ๐ซ๐จ – ๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐, ๐๐๐’๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ข๐ ๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐, ๐ ๐๐๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐, ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐โ๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ โ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐ข๐๐๐๐ ๐ข๐ ๐๐ข๐ก๐ข๐๐ ๐ ๐๐ข๐๐ ๐ก๐ ๐ ๐ก๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐โ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ก๐ก๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐ก๐ฬ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐. ๐ด๐ ๐๐ข๐๐ก๐ ๐โ๐, ๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐ก๐ ๐ ๐ก๐๐ ๐ ๐ ๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐ฬ, ๐๐ โ๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐ข๐ ๐๐ข๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐. ๐ด ๐ ๐ก๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐๐, ๐๐๐๐’๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐โ๐ ๐ ๐๐ก๐ก๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ฃ๐ฃ๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐บ๐๐๐ฃ๐๐๐๐ ๐ต๐๐๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐’๐๐๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐ก๐ฬ ๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐๐ ๐ฃ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐ฃ๐๐๐ข๐ก๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐ข๐ ๐๐๐ข๐๐๐ง๐๐ ๐ ๐ข๐๐๐ ๐ ๐ก๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ ๐ ๐ข๐๐๐ ๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐ก๐ข๐๐๐, ๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ง๐๐๐๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐๐ง๐ง๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐บ๐๐ข๐๐๐๐๐”.
L’architetto ๐๐ข๐จ๐ซ๐ ๐ข๐จ ๐๐จ๐๐ซ๐ฬ sottolinea il contributo dell'ICR: “๐ฟ’๐ผ๐ ๐ก๐๐ก๐ข๐ก๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐ข๐๐ ๐๐๐๐๐, ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ง๐ ๐ ๐๐ ๐๐ข๐ ๐๐ N๐๐ง๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐, ๐ ๐ข๐๐๐๐ฃ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐’๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ก๐๐ฃ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐. ๐๐๐ ๐๐๐ ๐, ๐๐ข๐๐ ๐ก๐, ๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐ข๐๐๐๐ ๐ ๐๐ฃ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐ข๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐โ๐ ๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐. ๐ด ๐๐ข๐๐ ๐ก’๐๐ก๐ก๐๐ฃ๐๐ก๐ฬ ๐๐๐๐ฬ ๐ ๐๐๐ข๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐ข๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐’๐ผ๐๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐๐ฬ ๐ข๐’๐๐ก๐ก๐๐ฃ๐๐ก๐ฬ ๐๐ ๐ ๐ข๐๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐๐ก๐๐๐, ๐ก๐๐๐๐๐โ๐ ๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐'๐๐๐ก๐๐๐ฃ๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ก๐๐ฃ๐, ๐๐๐๐๐๐๐ง๐ง๐๐ก๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐ ๐โ๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ง๐ ๐๐๐๐๐ ๐ก๐ข๐ก๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐ฃ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐๐ง๐ง๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐ ๐ก๐ ๐ ๐ก๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐."
Il Sindaco di Matera ritiene la scoperta strategica per la valorizzazione del territorio: "๐ผ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐โ๐ โ๐ ๐ ๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐ข๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ก๐๐ฬ ๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐, ๐๐ข๐๐๐ ๐ข๐๐ก๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐ก๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐. ๐ฟ๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐บ๐๐ข๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐ข๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐โ๐ ๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐’๐๐๐ก๐๐๐ ๐ต๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐๐ ๐ข๐’๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐๐ง๐ง๐๐ง๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐ข๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐".
Il Comune di Matera finanzierà l’intervento per l’esame dello stato attuale di conservazione, della balena fossile di S. Giuliano, per l’apertura delle casse di legno contenenti il reperto e per il consolidamento preventivo delle ossa. Il Comune ha impegnato complessivamente 200mila euro per le attività di valorizzazione e di promozione di questi preziosi reperti. Inoltre, si occuperà della promozione e valorizzazione del fossile con il giornalista scientifico Renato Sartini. Sartini ha ripercorso la storia del cetaceo attraverso il documentario “Giallo ocra – Il mistero del fossile di Matera”. Il documentario, patrocinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Consiglio Nazionale delle ricerche (CNR), Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Società Geografica Italiana, Società Geologica Italiana, Società Paleontologica Italiana e Università degli Studi della Basilicata, è stato presentato in prima nazionale in occasione del trentennale di Futuro Remoto, il festival delle scienze della città di Napoli.
“Di Giuliana sono state ritrovate in tutto 12 vertebre toraciche, con un diametro superiore ai 20 centimetri”, spiega Sartini, “diverse costole, di cui una lunga oltre 3 metri. Ma anche la pinna pettorale costituita da scapola, omero, radio, ulna e diverse falangi. Del cranio, che è la parte scientificamente più importante dello scheletro, è stata ritrovata la porzione posteriore che includeva il cervello, e una parte del rostro: mandibola e mascella, che sosteneva nella bocca i fanoni, caratteristica tipica di un misticeto, cioè di un cetaceo che al posto dei denti è dotato di lamine costituite da tessuto di cheratina. A forma di pettine, servono all'animale come setaccio per espellere l'acqua dalla grande bocca così da poter trattenere i piccoli animali di cui si nutre”.
Oggi 07 maggio si è tenuta una conferenza stampa presso la Sala Mandela del Comune di Matera, sullo stato di conservazione del fossile.
Sarà cura dell'Istituto fornire ad ogni stadio dell'intervento aggiornamenti al riguardo. Si ringrazia il Museo Nazionale di Matera per tutta la documentazione fornita. Nell'immagine di testata, ricostruzione artistica della Balenottera (disegno di Alberto Gennari).