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L'ascia in bronzo dal Villaggio delle Macine

stato di conservazione e interventi precedenti

L’ascia in lega di rame e l’immanicatura in legno, dopo il recupero, sono giunte in laboratorio in contenitori di plastica con acqua di rete, posti in frigorifero. L’ascia presentava due significativi frammenti della forcella aderenti alle due facce, nell’area delimitata dalle alette ed evidenti resti mineralizzati dell’adesivo bituminoso impiegato per assicurare il vincolo del manufatto all’immanicatura.
Sulle superfici metalliche si è osservata una stratigrafia complessa di materiali eterogenei. Partendo dallo strato più superficiale erano presenti depositi di colore grigio poco coerenti, forse riconducibili al terreno di giacitura, sotto ai quali era presente uno strato nero dall’aspetto lucente. Questi primi due strati risultano quasi totalmente distaccati dallo strato sottostante di colore verde, particolarmente sottile, posto su uno strato nero dall’aspetto evidentemente cristallino. Anche questi due strati appaiono separati rispetto ad un ulteriore strato sottile di colore verde sovrammesso ad un ultimo strato di colore rosso magenta,  cuprite, sotto cui si rende visibile, in parte, la superficie metallica.
I cinque frammenti del legno dell’immanicatura presentavano un buono stato di conservazione, pur essendo saturi d’acqua. Apparivano di colore scuro e, al tatto, piuttosto consistenti. Sulla testata dell’immanicatura era chiaramente visibile l’impronta del tallone, particolarmente dura a causa dell’assorbimento dei prodotti di corrosione.