- home
- L'istituto - News
Discussione Tesi di Laurea SAF Roma A.A. 2021/2022 - Martedì 18 Aprile 2023
Data: 14/04/2023
A conseguire il titolo saranno Marianna Carpentieri, Cecilia Guizzardi ed Eva Laglia
Martedì 18 aprile 2023, alle ore 10:00,presso l'Aula Magna "Cesare Brandi" della sede ICR di Roma, tre studentesse della SAF raggiungeranno l'ambito traguardo della laurea magistrale in "Conservazione e Restauro dei Beni Culturali", nella II sessione dell'anno accademico 2021 - 2022.
Sono indicati di seguito i nomi delle laureande, il Percorso Formativo Professionalizzante, i nomi dei relatori ed il titolo e l'argomento delle rispettive tesi.
Marianna Carpentieri
Settore: PFP 2 - Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti
Relatore coordinatore: Paola Iazurlo
Altri relatori: Miriam Pitocco, Marcella Ioele, Angelo Raffaele Rubino, Claudio Santangelo, Maria Rita Giuliani, Loretta Paderni, Chiara Genova.
Titolo Tesi: Lo studio ed il restauro di un rotolo giapponese dipinto in seta della seconda metà del XIX secolo dalla collezione Ragusa.
Argomento
Il lavoro di tesi ha preso in esame due rotoli giapponesi dipinti in seta della seconda metà del XIX secolo, facenti parte della collezione Ragusa del Museo Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" e oggi conservati nel Museo delle Civiltà. In particolare, è stato eseguito il restauro di uno dei due manufatti: il dipinto policromo, interessato da gravi problemi conservativi a carico del supporto.
La prima parte del lavoro ha previsto la ricerca e lo studio delle vicende storiche che hanno contrassegnato i due manufatti, dal loro acquisto in Giappone da parte del pittore Antonio Ragusa fino alla loro vendita al museo, con un approfondimento sull'origine e l'evoluzione stilistica dei rotoli verticali; quindi è stata approfondita la tecnica esecutiva, lo stato di conservazione dei rotoli e l’approccio e la prassi utilizzati per la conservazione e il restauro dei manufatti in Giappone, valutandone le differenze con quelli eseguiti in Occidente.
In base ai risultati dello studio, è stato messo a punto l'intervento di conservazione e restauro, nel quale si è cercato di combinare prodotti e procedure della tradizione orientale in sinergia con i materiali e i protocolli tecnico-scientifici del restauro occidentale.
La terza parte della tesi è incentrata sulla valutazione delle potenzialità di un nano-composito bicomponente misto di origine naturale a base proteica e polisaccaridica, utilizzato per il consolidamento di supporti in seta, messo a punto dal Dipartimento di Chimica dell’Università “Sapienza” di Roma.
Cecilia Guizzardi
Eva Laglia
Settore: PFP 1 – Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura.
Relatore coordinatore: Adriano Casagrande
Relatori aggiunti: Serena Sechi, Carlotta Sacco Perasso, Angelo Raffaele Rubino, Michela Ricca, Federica Fenzi, Enrico Gallocchio
Titolo Tesi: Reintegrazione e protezione per il restauro di mosaici sommersi – l’intervento sul mosaico con decorazione a pelte dalla Villa con ingresso a protiro nel Parco Sommerso di Baia
Argomento
Oggetto di questa tesi è l’intervento di conservazione e restauro eseguito sull'ambiente 19 della Villa con ingresso a protiro, nel Parco sommerso di Baia, comprendente sia il mosaico pavimentale con decorazione a pelte che la decorazione parietale. L’intervento, finalizzato sia alla conservazione dell’opera che a preservare l’immagine del mosaico stesso, da sempre simbolo del parco sommerso di Baia, rappresenta anche l’occasione per apportare un nuovo contributo al campo della conservazione dei beni sommersi, concentrandosi sullo sviluppo di nuove tecniche e strumentazioni a supporto della protezione e della conservazione in situ di resti e strutture archeologiche subacquee.
Nello specifico sono stati sperimentati una metodologia innovativa di reintegrazione e un sistema alternativo di copertura, entrambi applicabili al restauro di mosaici sommersi. Nel primo caso si propone di applicare in subacquea il metodo, già sperimentato in terrestre, che prevede il ripristino dell’unità di lettura della superficie musiva reintegrando le lacune con tessere non consustanziali, realizzate in malta polimerica inorganica. La seconda sperimentazione ha invece previsto la protezione del mosaico pavimentale con un sistema innovativo di copertura costituito da “tappetini” in limo artificiale.
Leit motiv delle sperimentazioni attuate è stata l’individuazione di metodi e sistemi economici e facilmente replicabili, in modo da renderli universalmente adottabili da tutti quei restauratori che operano nel settore subacqueo e che siano rispettosi del particolare ambiente in cui si inseriscono i manufatti.