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Il Presepe del Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Aquila

stato di conservazione e interventi precedenti

Il Presepe è stato oggetto di numerosi interventi di restauro. Un primo documento del 1935 della Soprintendenza attesta lo spostamento delle opere dalla chiesa di Santa Maria del Ponte per un restauro. Dagli anni ’70 al 1994, la scultura del san Giuseppe ha subito certamente un altro intervento poiché nel 1994 risulta ricomposto e reinserito nel gruppo; purtroppo l’unica documentazione di restauro completa che ci è pervenuta e che comprende le tre figure è quella del 1994. Lo stato di conservazione riportava già all’epoca alterazioni superficiali della pellicola pittorica e problemi strutturali e di sfaldamento della terracotta. Nell’intervento del 1994 mani e aureole lignee non furono riposizionate perché ritenute non originali.
A seguito del terremoto del 2009, il Presepe è stato trasportato al Museo Preistorico di Celano, dove, dopo una prima schedatura, si è svolto un pronto intervento finalizzato alla messa in sicurezza delle tre sculture.
Nell’ottobre del 2010 il Presepe è stato portato nei laboratori dell’ISCR. Oltre ai danni causati dal terremoto del 2009, erano presenti molteplici fessurazioni e fratture, con una conseguente perdita di materiale lungo le linee di lesione. Erano numerose le scagliature, fessurazioni e distacchi sia del corpo ceramico sia della preparazione. Panneggi e figure erano ampiamente colmati e/o rinforzati da gesso o impasti gessosi. A seguito della rimozione del gesso sono apparse le grappe in lega di rame inserite durante il restauro del 1994. Alcune superfici erano limate per livellare i giunti in corrispondenza di un erroneo assemblaggio dei frammenti. Si sono notate lacune e mancanze, quasi tutte già risarcite durante i precedenti restauri; in più punti i risarcimenti erano realizzati in terracotta.
Le superfici erano coperte da un consistente strato di depositi, da protettivi alterati e da ridipinture eseguite sulla preparazione e sul supporto ceramico. Erano diffusi i sollevamenti e distacchi delle superfici pittoriche. In particolare, l’incarnato del Bambino era molto disomogeneo, con lacune diffuse della pellicola pittorica. Gran parte della doratura dei panneggi era andata persa e quella residua presentava fenomeni di crettatura, abrasioni e graffi. Le parti realizzate con una lega oro-argento erano annerite per solfurazione dell’argento. Erano inoltre molte le lacune della pellicola pittorica che lasciavano a vista la superficie della terracotta, macchiata a zone per un diverso assorbimento di polveri e protettivi.
Le mani e le aureole, realizzate in legno, si presentavano tarlate. Le mani di san Giuseppe erano nell’insieme in uno stato di conservazione mediocre, mentre le mani della Madonna si presentavano in pessimo stato di conservazione.